Pekka Kuusisto, un musicista insofferente alle etichette

Se non conoscete Pekka Kuusisto e volete farvi un’idea di questo violinista e direttore d’orchestra finlandese, della sua carica comunicativa non meno che della sua arte violinistica, del suo essere musicista insofferente alle etichette, del suo amare i territori di confine, allora il modo migliore è sicuramente quello di navigare in rete. Qui lo troverete impegnato, sì, con Bach, Čaikovskij, Prokof’ev, Sibelius e altri amati autori del grande repertorio; ma sarete anche ricevuti in una bella casa nordica, con un’intera parete di vetro che dà su un bosco, mentre vi racconta, con quella faccia che sembra uscita da un film di Kaurismaki, dell’avvicendarsi delle stagioni in Finlandia o del riscaldamento climatico.
E a un certo punto, imbracciato il suo prezioso Guadagnini, lo sentirete suonare uno struggente motivo tratto da un’antica raccolta di canti popolari finnici. Ecco, questo è Pekka Kuusisto, nato quarantadue anni fa a Espoo, nella Finlandia meridionale, e unico finlandese ad aver vinto – era il 1995 – il Concorso Internazionale per violino intitolato alla gloria nazionale Jean Sibelius. Dalla musica folklorica al grande repertorio concertistico, gli interessi di Kuusisto arrivano ad abbracciare anche il contemporaneo, dove autori come Esa-Pekka Salonen e Owen Pallett hanno scritto appositamente per lui. Un’altra caratteristica di Kuusisto è il suo lavorare con musicisti di diversa estrazione e il suo mettere in contatto la musica con altre forme d’arte; così nell’Our Festival, di cui Kuusisto è direttore artistico, sulle rive del lago Tuusula, hanno luogo ogni anno performance nelle quali, assieme alla musica, prendono parte l’elettronica, le luci e la danza. Perché tra gli scopi dell’Our Festival, spiega Kuusisto, c’è la ricerca di «nuove forme flessibili per i concerti, dove il messaggio sia più importante dell’abbigliamento e delle buone maniere».
Era inevitabile che col tempo in questo esuberante musicista nascesse una vera e propria passione per la direzione d’orchestra, sempre però nel doppio ruolo di solista e direttore. Dunque, per i Concerti del Lingotto (martedì 30 novembre, ore 20.30) vedremo Kuusisto impegnato con la Mahler Chamber Orchestra in quel monumento della letteratura violinistica che è il Concerto in re maggiore di Čajkovskij, arduo lavoro per il direttore non meno che per il solista, incorniciato tra due pagine ugualmente splendide, per quanto espressivamente distanti tra loro. In apertura Le tombeau de Couperin, ideato nel 1914 come omaggio di Ravel a uno dei periodi d’oro della musica francese, ma completato dopo la Prima Guerra mondiale e proprio per questo divenuto, a opera finita, un «labirinto di vera malinconia» (Restagno). E a conclusione la Settima di Beethoven, un “classico” che nell’interpretazione di Kuusisto, c’è da esserne sicuri, sarà tutt’altro che la “solita musica”.

Nicola Pedone