Le vicende narrate nella Bibbia non hanno mai smesso di catturare l’interesse degli individui di tutte le epoche e di popolare così l’immaginario universale; complici in questo tutte le arti, nessuna esclusa, che nei secoli hanno dato nuove espressioni, nuova vita ai racconti sacri: sculture, affreschi, dipinti, scritti, sacre rappresentazioni, musiche di ogni genere dalle cantate agli oratori e alle opere, per arrivare fino al cinema, che sin dalle sue origini ha prodotto numerosissime pellicole. Ultime della lunga serie due kolossal usciti nel 2014: Noah di Darren Aronofsky, con Russell Crowe nel ruolo del patriarca Noè, ed Exodus – Dei e re di Ridley Scott. E il Diluvio universale così come l’Esodo degli Ebrei dall’Egitto sono due tra i temi che più hanno ispirato la creazione di nuove opere. In ambito musicale abbiamo l’occasione di ascoltare due lavori di rara esecuzione. Risale infatti al 2010 la prima registrazione assoluta dell’oratorio di ampie dimensioni Il Diluvio universale, composto da Michelangelo Falvetti su libretto di Vincenzo Giattini per la Cappella del Senato di Messina nel 1682. Diviso in quattro parti (In Cielo, In Terra, Il Diluvio, In l’Arca di Noè), prende le mosse dal personaggio della Giustizia divina, che chiede ai quattro elementi – altrettanti personaggi: Acqua, Aria, Fuoco e Terra – di punire l’uomo per la sua malvagità; sin dall’inizio dunque la natura è protagonista dello svolgimento non solo dal punto di vista drammatico ma anche da quello musicale. Ancor più nella terza sezione, la più teatrale: introdotta da una Sinfonia di tempeste, Falvetti vi fa ampio uso di effetti imitativi e di un certo realismo musicale (come quando tronca le parole del Coro dell’umanità che soccombe annegando nelle acque). La comparsa dell’«iride paciera» (l’arcobaleno) ristabilirà la pace tra Dio e gli uomini.
Anche nell’oratorio Gli israeliti nel deserto di C.P.E. Bach, composto nel 1769 su libretto di Daniel Schiebeler, l’ambiente circostante ha nella musica un ruolo rilevante, di stampo marcatamente espressivo e sentimentale. Tristezza e disperazione, angoscia e lamento della popolazione sono tutt’uno con la landa desolata che l’assedia; sarà l’elemento dell’acqua, questa volta benefico, a innescare un repentino cambio di rotta espressivo: Mosè trova una sorgente, il suo popolo ritrova la speranza.
Simone Solinas