Negli ultimi anni a Torino le frontiere del Barocco musicale si sono vistosamente dilatate grazie alla riscoperta attivata dai cartelloni di numerose manifestazioni. Il favore crescente di cui godono i festival fioriti in città per avvicinare il pubblico alla musica del Sei-Settecento sembra destinato ad assicurare anche a questo repertorio meno frequentato la continuità che merita.
Offre un contributo fondamentale in tal senso la terza edizione di Intrecci Barocchi, la rassegna organizzata da I Musici di Santa Pelagia, l’Academia Montis Regalis, il Coro Maghini e l’Accademia Corale Stefano Tempia e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e dalla Città di Torino. Sette concerti in programma dal 2 novembre al 17 dicembre fra dimore storiche, chiese e sale concertistiche cittadine, che accostano opere celebri ad altre meno note, per un unico grande festival dedicato alla musica del periodo preromantico eseguita su strumenti originali e con il pieno rispetto della prassi esecutiva storicamente informata.
«Il desiderio di fare squadra delle storiche realtà torinesi attive sul versante antico, determinato fino ad oggi dall’esigenza di ottimizzare organizzazione e budget ridotti – ha spiegato Maurizio Fornero, direttore artistico dei Musici di Santa Pelagia e direttore gestionale dell’Academia Montis Regalis – punta nel lungo termine alla creazione di un programma originale, distribuito lungo tutto l’anno, che offra concerti ideati ad hoc anziché scelti attingendo dalle rispettive stagioni».
L’inaugurazione, sabato 2 novembre (Tempio Valdese, ore 21), è affidata a un capolavoro della letteratura sacra di tutti i tempi come la Johannes-Passion di Johann Sebastian Bach, eseguita da uno sceltissimo cast di solisti e dall’Orchestra e Coro dell’Accademia Maghini sotto la direzione di Claudio Chiavazza. Evento di punta del festival Back to Bach organizzato dal Coro Maghini, la pagina esalta il nucleo teologico della fede cristiana – Gesù che si lascia imprigionare e crocifiggere per liberare l’uomo dal peccato – delineando quel sapiente gioco di luci e ombre, di estro immaginifico abbinato alla severità della simmetria, che caratterizza l’estetica barocca.
Lunedì 11 novembre (Conservatorio, ore 21), è la volta dei Musici di Santa Pelagia e dell’Accademia Corale Stefano Tempia, che inaugurano i rispettivi cartelloni affiancando il maestoso Te Deum di Marc-Antoine Charpentier – il cui preludio è divenuto celebre come sigla dell’Eurovisione – a Les élémens di Jean-Féry Rebel, sorta di sinfonia a programma ante litteram destinata inizialmente a un’azione coreografica, che descrive per ondate l’origine del mondo a partire dal Caos primigenio. Il concerto è preceduto dalla prova aperta al pubblico prevista giovedì 7 novembre (Educatorio della Provvidenza, ore 21), durante la quale il Coro Stefano Tempia interpreta il Te Deum con l’accompagnamento al pianoforte di Francesco Cavaliere e un’introduzione all’ascolto di Giovanni Tasso.
Sabato 30 novembre doppio appuntamento con Intrecci Barocchi: nel pomeriggio (Palazzo Barolo, ore 17) l’Academia Montis Regalis guidata dal suo nuovo direttore principale Enrico Onofri è impegnata nell’esecuzione di sette dei dodici Concerti grossi op. 6 di Arcangelo Corelli, raccolta strumentale che ottenne un successo inatteso in tutta Europa anche molti anni dopo la morte del suo autore; la sera (Real Chiesa di San Lorenzo, ore 21) spazio invece all’Orchestra d’Archi Giovanile di Torino coordinata e diretta da Enrico Groppo con una scelta di brani di Vivaldi, Händel e Bach abbinata alla prima assoluta del Divertimento da camera per arpa e archi sul nome di B.A.C.H. composto dal ventunenne torinese Giuliano Comoglio su commissione di Back to Bach.
Sabato 7 dicembre (Arciconfraternita della Misericordia, ore 21) I Musici di Santa Pelagia e l’ensemble vocale romano Festina Lente riscoprono sotto la direzione di Michele Gasbarro la Messa per il Santissimo Natale di Alessandro Scarlatti già incisa per Stradivarius nel 2005, scritta ad uso della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma per portare in processione i resti della mangiatoia che accolse Gesù appena nato.
Infine, martedì 17 dicembre (Conservatorio, ore 21), chiusura nel segno del monumentale Messiah, l’oratorio che consacrò Georg Friedrich Händel al vertice di una fama quasi senza confronti. Eseguono i quattro ensemble della rassegna diretti da Antonio Florio, ambasciatore indiscusso del Barocco napoletano nel mondo.
Valentina Crosetto