«Il passaggio di testimone è la soluzione più logica: conosco Andrea Malvano dal 2003, collabora con noi da anni e ha capito l’essenza della De Sono, ha capito lo spirito, un po’ folle, che mi portò a fondarla 30 anni fa», così Francesca Gentile Camerana spiega il cambio avvenuto alla guida dell’Associazione per la Musica: lei rimane presidente e Andrea Malvano diventa il nuovo direttore artistico.
«Ho accettato con molto piacere, a patto che Francesca rimanesse come presidente – prosegue Malvano – quest’anno presentiamo in un unico librino tutte le nostre attività perché ci piace ribadire che la nostra stagione di concerti è la punta dell’iceberg, ma che la nostra “base” sono le borse di studio, le tesi, le masterclass e i concerti diventano la verifica di quanto il borsista ha imparato, per questo le nostre stagioni non sono in competizione con le altre associazioni musicali».
Partiamo dalle borse di studio allora: qualche numero?
Risponde Andrea Malvano: «In trent’anni la De Sono ha assegnato 267 borse di studio. Le borse sono assegnate a musicisti piemontesi che prima ci mandano una prova audio-video, da lì vengono selezionati (a presiedere la commissione c’è Carlo Bertola), in media riceviamo una cinquantina di domande all’anno, quest’anno abbiamo “confermato” dodici borsisti e ne abbiamo accettati tredici nuovi. Chi va a studiare all’estero riceve 4.000 euro, chi resta in Italia 2.000».
Tra le tante novità di quest’anno c’è il Sermig che ospiterà le masterclass per strumenti ad arco con Alessandro Moccia, Simone Briatore e Stefano Guarino come docenti e tra i tanti rapporti che la De Sono ha intrecciato con le realtà torinesi ci sono il Premio Giubergia (con la Fondazione Giubergia), gli Assaggi Musicali (concerti dei migliori allievi delle masterclass in collaborazione con Lingotto Musica), i progetti di educazione all’ascolto nella scuola secondaria (con la Fondazione Agnelli).
Nel cartellone della prossima stagione da non perdere per “Ritorno al futuro” (un compositore di oggi ci racconta anche il suo rapporto con il passato) che avrà come protagonista Helmut Lachenmann con il Mdi Ensemble che esegue Mozart, Beethoven e Lachenmann.
Non esiste in Italia nulla di simile alla De Sono, come mai?
«Non è solo questione di mecenatismo – spiega Francesca Gentile Camerana – la nostra unicità consiste nel fatto che noi diventiamo una famiglia, una squadra, continuiamo a seguire i nostri borsisti anche dopo anni e anni e loro rimangono in contatto con noi: c’è chi si mette a disposizione per “restituire” i soldi che ha ricevuto come borsa di studio, chi ci tiene informati sui successi musicali o sulla vita familiare, insomma non è solo una questione di finanziamenti».
Susanna Franchi