Dante in musica.
Un concerto per celebrare i settecento anni dalla morte di Dante

Strano destino, quello di Dante Alighieri e della Divina Commedia. Se complesso e angosciante è il panorama sonoro dell’Inferno, la musica diventerà invece più presente nel Purgatorio e nel Paradiso. Ma all’intonazione musicale di quei celebri versi parvero interessati soprattutto i compositori delle generazioni successive al Sommo Poeta, dilagando come una vera e propria mania soprattutto nell’Ottocento.

Musicarono i testi della Commedia autori del sedicesimo e diciassettesimo secolo: l’immaginazione di alcuni, tra cui Giulio Renaldi, Giovanni Battista Mosto, Domenico Micheli, e Pietro Vinci, fu colpita dalle stesse due terzine dal terzo Canto dell’Inferno “Quivi sospiri, pianti e alti guai / risonavan per l’aere sanza stelle”, la cui intonazione più celebre risale a Luzzasco Luzzaschi, dal Secondo libro de’ madrigali a cinque voci (Ferrara, 1576).

Anche Claudio Monteverdi, nell’Orfeo, omaggiò Dante incidendo sulla porta degli inferi il celebre “Lasciate ogni speranza, ò voi ch’entrate”.

Luca Marenzio compose due madrigali spirituali, invocazioni vibranti a Dio e a Maria per esser ammessi nell’alto del regno dei cieli e, similmente, Claudio Merulo si lasciò ispirare da una parafrasi da San Bernardo, “Vergine madre, figlia del tuo Figlio, /umile ed alta più che creatura” (madrigale a cinque voci, 1604), contenuta nell’ultimo Canto del Paradiso.

A questa preghiera Giuseppe Verdi aggiunse il canto di un coro femminile a quattro voci nelle Laudi alla Vergine Maria come suggello dei Quattro pezzi sacri del 1890. Di dieci anni precedente il Pater Noster, per coro a cinque voci, il cui testo spesso è stato attribuito erroneamente a Dante per la somiglianza coi versi iniziali dell’undicesimo Canto della Commedia, recitati dai superbi. La musica verdiana è messa infine a specchio con i brani tratti dall’Oratorio Christus (eseguito per la prima volta nel 1873) di Franz Liszt, il compositore che forse subì maggiormente il fascino di Dante.

Nel 2021 si celebrano i settecento anni dalla morte di Dante: anche la De Sono ha voluto così render omaggio al padre della lingua italiana con un concerto, in diretta streaming, il prossimo 20 aprile.
Protagonista sarà l’Erato Choir, formazione nata a Torino nell’ottobre 2017 su iniziativa del suo direttore Dario Ribechi e del tenore Massimo Lombardi. Dario Ribechi è stato borsista della De Sono: grazie al sostegno dell’Associazione ha perfezionato gli studi presso l’Estonian Academy of Music and Theatre, dando avvio a una carriera internazionale.
Erato promuove sia il repertorio contemporaneo italiano e internazionale sia la riscoperta di musiche italiane inedite del sedicesimo e diciassettesimo secolo attraverso lo studio e la trascrizione delle fonti originali: sarà quindi perfettamente a suo agio nell’esecuzione del concerto dantesco.

Benedetta Saglietti