Quest’anno l’associazione De Sono apre la sua stagione con un concerto “da favola”. Sì, perché saranno proprio le atmosfere magiche e fiabesche il filo conduttore della serata inaugurale, in programma lunedì 21 ottobre nel salone del Conservatorio di Torino (ingesso libero). Sul palco il gruppo da camera De Sono insieme ai solisti dell’Erato Choir, sotto la guida del direttore Dario Ribechi, ex borsista De Sono. Si incontrano due realtà torinesi con percorsi diversi ma con tanti elementi di affinità.
Forte di una storia trentennale, De sono è una fucina di giovani talenti e ha tra i suoi pregi quello di valorizzare la musica da camera come palestra di crescita senza eguali. Più recente, ma non meno interessante, l’esperienza di Erato Choir, che dal 2017 raccoglie giovani cantanti italiani che hanno maturato già una rilevante esperienza professionale con alcuni dei più importanti gruppi internazionali.
Il concerto è una cavalcata tra Francia, Germania ed Europa dell’Est, alla ricerca di uno tra gli ingredienti fondativi dello spirito romantico. È infatti il “secolo del sentimento” a riallacciare i legami con le fiabe primigenie e con quel multiforme popolo di fate, elfi, folletti e animali fantastici, visti non più come esseri sospetti (da tenere a distanza con scetticismo razionalista), ma, al contrario, come depositari di una misteriosa quanto vivificante energia spirituale. Da qui l’interesse per il patrimonio folklorico di racconti attorno al fuoco, che ha il suo apice nell’opera dei fratelli Grimm e che in tutta Europa trova esponenti di spicco. Naturalmente anche il mondo musicale si nutre di queste sollecitazioni.
Ad aprire la serata non poteva che essere Felix Mendelssohn con il suo Sogno d’una notte di mezza estate (di cui verranno eseguiti l’Ouverture e lo Scherzo), gioiosa e intramontabile rilettura dell’omonima commedia di Shakespeare. Ecco allora, in un bosco incantato, inseguimenti, burle e sorprendenti agnizioni. Si prosegue poi con i Märchenerzählungen (racconti fiabeschi, appunto) per clarinetto, viola e pianoforte di Robert Schumann. Nessuno come questo genio bipolare ha saputo vivere oscillando tra titanismo e amore per il quadretto, l’idillio, il tratto delicato (basti pensare alle Kinderszenen o ad alcuni deliziosi pezzi dell’Album für die Jugend). I Märchenerzählungen sono fiabe inquiete e costantemente venate di malinconia.
Ma, dopo appena un istante, eccoci catapultati nel bel mezzo di una sfilata di strani animali, goffi come elefanti o eleganti come cigni, capaci di stregarci o lanciarci strali di corrosiva ironia. Ma certo, non poteva mancare il Carnaval des animaux di Camille Saint-Saëns. Drôle de destin, viene da dire. Il compositore, che evidentemente ci teneva a dar di sé un’immagine seriosa e misurata, non autorizzò le esecuzioni pubbliche di quest’opera umoristica, se non dopo la sua morte. Probabilmente non sospettava che, nel tempo, il Carnaval sarebbe divenuto uno tra i suoi lavori di maggior successo (e forse il più celebre in assoluto).
A chiudere il concerto sarà Rikadla per ensemble e coro da camera, del compositore ceco Leóš Janáček. Si tratta di una collezione di “rime infantili”, brevi filastrocche in cui la musica asseconda le acrobazie lessicali presenti nei testi, tra gioco e onomatopea.
La serata si annuncia brillante e promette di lasciarci tutti “felici e contenti”. Da notare che il concerto sarà preceduto, alle ore 19.30 nella sala “A. Casella”, da un incontro con il musicologo Andrea Malvano, di fresca nomina come direttore artistico dell’associazione De Sono. Senz’altro una bella occasione di approfondimento.
Lorenzo Montanaro