Nella programmazione che MITO Settembre Musica quest’anno dedica alle Geografie, dunque alla musica come forma di esplorazione dello spazio, del tempo e dell’immaginario, la presenza di grandi orchestre straniere e delle massime istituzioni sinfoniche di Torino e Milano ha il compito di aprire gli scenari più vasti attraverso l’intreccio di storie molto diverse.
Già in sé l’orchestra sinfonica rappresenta una delle più grandi creazioni della civiltà occidentale, l’emblema dello spirito più cosmopolita della cultura europea, oltre che più estraneo a logiche coloniali. Il concerto di inaugurazione che si terrà al Teatro Regio il 4 settembre lo testimonia con la chiarezza di una fotografia vivente. Per Bronislaw Huberman, che l’ha fondata nel 1936, la Israel Philharmonic Orchestra (nata come Palestine Orchestra) era insieme il sintomo di una ferita e la sua cura. La sua idea era stata infatti di raccogliere in un’orchestra sovranazionale i musicisti ebrei cacciati dalle orchestre europee perché ebrei, e quanto questa operazione abbia inciso in profondità lo dimostra il fatto che fra i tentativi più riusciti di costruire una forma di convivenza con il mondo palestinese ci sia proprio un’orchestra, la West-Eastern Divan, creata nel 1999 da Daniel Barenboim.
Zubin Mehta è indiano d’origine, Martha Argerich argentina, ma in realtà sono entrambi di tutto il mondo, come i grandi artisti, e la musica che eseguiranno ha una stretta parentela con il racconto di una vita d’artista: quello dai risvolti autobiografici che si può leggere fra le righe del Concerto n. 2 di Beethoven e quello sublimato in letteratura che fa da sfondo alla Sinfonia fantastica di Berlioz.
Myung-Whun Chung è nato in Corea, ha un rapporto di lunga data con l’Italia, e con la Filarmonica della Scala in particolare, oltre che un’amicizia recente con il trentacinquenne Alexander Romanovsky, pianista di origine ucraina che proprio in Italia si rivelò, al Concorso Busoni del 2001, e che a Torino proporrà il più celebre dei Concerti di Rachmaninov, il n. 3. Chung, dal canto suo, affronterà (13 settembre, Teatro Regio) uno dei suoi brani più amati, la Sinfonia n. 6 “Patetica” di Čajkovskij, della quale oggi è tra gli interpreti migliori al mondo.
Yuri Temirkanov porterà a Torino (15 settembre, Teatro Regio) la più importante, storica e spettacolare delle orchestre russe, la Filarmonica di San Pietroburgo, con un programma tuttavia non-russo, che unisce la Sinfonia n. 1 di Mahler, legata al tema del cammino e del viaggio attraverso la rielaborazione di uno dei suoi Lieder, a una nuova composizione di James Macmillan, autore scozzese riconosciuto come una delle voci più importanti della musica d’oggi.
John Axelrod, nato a Houston, in Texas, proprio negli anni in cui da quelle parti gli esseri umani cominciavano i loro viaggi d’avventura che li avrebbero portati sulla Luna, non smette di esplorare la Terra alla ricerca di nuova musica da scoprire e da proporre. Dirigendo l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (19 settembre, Auditorium Rai Arturo Toscanini) trova così il riferimento a tre forme della proiezione verso la gioia: quella della vita celeste a cui fa riferimento Mahler nella Sinfonia n. 4, quella della geografia immaginaria di Debussy con la sua Isle joyeuse e quella senza tempo (Joye éternelle) di Qigang Chen, compositore cinese che vive tra Parigi e Pechino, allievo di Olivier Messiaen e noto anche al grandissimo pubblico come direttore musicale della grandiosa cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Pechino del 2008.
Stefano Catucci