Le seduzioni del Barocco
Una sfilata di ensemble indagano il repertorio antico e preclassico

Qualsiasi festival è come un lungo viaggio capace di contenerne altri più piccoli e conclusi, quasi delle digressioni lecite e coerenti, rispetto alla strada maestra. L’edizione 2020 di MITO Settembre Musica, caratterizzata dall’attenzione specifica concessa alla musica dello spirito (e non per questo necessariamente sacra) svolge fili rossi suadenti attraverso epoche e linguaggi diversi. Uno di questi, appunto, percorre una fetta di repertorio antico e barocco, trovando i presupposti di molta musica classica successiva e esiti formali, in ogni caso, straordinari per seduzione.

A Torino, si comincia il giorno 5 settembre (Conservatorio, ore 16) con l’Academia Montis Regalis, punto di riferimento ormai assodato del settore, e un programma (“Deus ex machina”) in cui l’elemento sovrannaturale ed onirico è declinato secondo il gusto teatrale made in England di Henry Purcell e Matthew Locke; dirige Enrico Onofri. L’indomani, 6 settembre (Teatro Cardinal Massaia, ore 21), l’attenzione si sposta sulla produzione, poco nota ma carica di suggestione, di compositrici mistiche operanti nei monasteri italiani durante il Seicento: Isabella Leonarda, Claudia Sessa, Maria Francesca Nascinbeni sono solo alcune delle figure messe a fuoco dall’Accademia dei Solinghi, gruppo strumental-vocale piemontese guidato da Rita Peiretti e dedito allo studio e alla divulgazione di opere antiche, spesso misconosciute.

Degna di considerazione, parlando di MITO, è la maniera in cui, all’interno di ogni concerto esista una chiave di lettura accessibile. L’appuntamento del giorno 11 (in Conservatorio, alle 16), per esempio, è ben connotato in senso geografico e culturale, rimandando al concetto squisitamente tedesco di “Empfindsamkeit” (sensibilità) e ad uno stile finalizzato ad esprimere pulsioni semplici e popolari. Tra gli esponenti di tale corrente ci furono due figli del sommo Bach, Johann Christian ed il più celebre Carl Philipp Emanuel Bach, giustamente citati dal programma messo a punto dall’ensemble milanese laBarocca, fondato da Ruben Jais e diventato, in dodici anni di attività assidua, autorevole referente in materia di prassi esecutiva d’epoca.

Nella serata del 12 settembre (Conservatorio, ore 20 e 22.30), invece, barocco e contemporaneo si intrecciano trovando un interprete comune in Federico Maria Sardelli, che è musicista poliedrico, disinvolto e intelligente. Con la sua orchestra, Modo Antiquo, Sardelli, in doppia veste di autore-direttore, propone un Concerto grosso composto, per l’occasione, “nello spirito di Corelli”, così celebrando il protagonista della locandina e il tema di tutto il festival.

Le ultime tappe del percorso barocco tracciato da MITO si consumano nei giorni 16 e 18 settembre, ancora una volta in Conservatorio. Appuntamento alle 20 e alle 22.30 per i due concerti, “Spiritus dei”, interamente vivaldianoi e non casualmente affidati ad un gruppo con vocazione specifica, il Venice Baroque Consort di Andrea Marcon (mezzosoprano solista: Romina Basso). Comincia alle 16, invece, l’indagine in musica sul “Pergolesi nascosto” proposta da Ottavio Dantone, ospite di prestigio assoluto, con l’Orchestra dell’Accademia Santo Spirito: verrà eseguito il mottetto “Tilge, Höchster” con il quale, intorno al 1740, Bach elabora la parodia bella e riverente del leggendario “Stabat” pergolesiano.

Stefano Valanzuolo