Prendiamo un fiore a sei petali, geometrico, enigmatico, spirituale: è il fiore della vita – raffigurato in antiche culture tanto a scopo scaramantico, per scacciare gli spiriti maligni, quanto con intento benaugurale, per celebrare la vita. La stessa forza, difensiva e celebrativa, la riconosciamo nella musica. Così, prendendo a prestito quel fiore, vi raccontiamo per ognuno dei suoi petali un appuntamento pianistico del calendario di MITO SettembreMusica, un viaggio sulla tastiera staccando un petalo dopo l’altro.
Petalo I: Il 7 settembre (Conservatorio, ore 16) Filippo Gamba disegna un concerto come un’orbita ad anelli concentrici. Le ultime tre Sonate di Beethoven (op. 109, 110 e 111), pagine il cui spirito filosofico sublima quello virtuosistico, incorniciano due omaggi a colui che di Beethoven fu maestro. Due miniature intente a giocare sul nome di Haydn, l’una scritta da Ravel nel 1909 e l’altra da George Benjamin nel 1982, composizioni di breve gittata che da uno stesso nucleo fondante fanno scaturire paesaggi costruttivi e sensoriali diversi.
Petalo II: 10 settembre (Conservatorio, ore 16). Un appuntamento con più compositori che si passano il testimone della scrittura pianistica raffigurando magia e potenza, mistero e meraviglia. Ce li racconta il loro interprete, Emanuele Arciuli (leggi qui l’intervista).
Petalo III: 10 settembre (Conservatorio, ore 20 e 22.30). Il duo pianistico Bruno Canino-Antonio Ballista dipinge a quattro mani ciò che sembra impossibile e temerario: portare sulla tastiera la Nona Sinfonia di Beethoven. E più l’impresa resta fedele all’originale più la tecnica richiesta è trascendentale e ardita. Sfida che poteva zampillare solo da un genio dell’interpretazione: Liszt. Provare per credere.
Petalo IV: 12 settembre (Conservatorio, ore 16). Uno dei significati del nostro fiore era “scacciare gli spiriti maligni”. L’interprete di questo concerto, Filippo Gorini, invece li guarda in faccia: sono i fantasmi che fecero visita a Schumann (a suo dire gli spiriti di Schubert e Mendelssohn) “dettandogli” il Tema con variazioni in mi bem. magg. “Geistervariationen”, e le angoscianti visioni che percorrono la Sonata-Fantasia in sol magg. op. 78 di Schubert. Anziché tentare di esorcizzarli, meglio lasciarsi stregare.
Petalo V: 15 settembre (Conservatorio, ore 16). Davide Cabassi, con l’Orchestra dell’Università degli Studi di Milano diretta da Alessandro Crudele, apre al nostro ascolto tre declinazioni del cielo. Spiritualità di diversa fisionomia, con la partitura mozartiana del Concerto in mi bemolle maggiore intrisa di “nuvole danzanti”, incastonata tra due visioni ultraterrene, quella pacifica della Musica coelestis di Aaron Jay Kernis, e quella delle nubi a tratti più addensate e inquiete della Serenade per archi op. 20 di Edward Elgar.
Petalo VI: 17 settembre (Teatro Regio, ore 20 e 22.30). Andrea Lucchesini, con gli Archi dell’OFT guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto, propone un petalo monolitico nel nome di Chopin. Dal Notturno op. 9 n. 2, dov’è manifesta l’arte di “far cantare” il pianoforte, alla Grande Polonaise brillante op. 22, nella versione per pianoforte e archi di Federico Gon, in prima assoluta, all’esplosivo Chopin Concerto n. 2 in fa minore, trascritto da Giorgio Spriano per orchestra d’archi. Un racconto del poeta del pianoforte, in crescendo.
Monica Luccisano