Dedicato a quelli che credevano che Philip Glass, gloriosamente giunto a superare gli ottant’anni, avesse ormai svelato tutto di sé, musicalmente parlando. Un errore. Artisti così grandi non si esauriscono mai e sanno, invece, come continuare a stupire.
Quando, un anno e mezzo fa, il prestigioso quartetto Third Coast Percussion (TCP) ha chiesto a Glass di scrivere un pezzo per sole percussioni, con l’intento di ampliare un repertorio già esclusivo e prezioso, l’illustre compositore di Baltimora non ci ha pensato due volte e si è addentrato volentieri nelle pieghe di un genere mai affrontato prima. Così è nato Perpetulum, pagina che – ad oggi – spicca come unicum all’interno del sontuoso catalogo glassiano, la qual cosa, si capisce, la rende particolarmente stimolante. Diverse istituzioni musicali di rango, al di qua e al di là dell’Oceano, hanno sposato l’idea del TCP, condividendo lo sforzo produttivo derivante dalla commissione; tra esse, appunto, anche il festival MITO Settembre Musica, cui spetterà l’onore della prima esecuzione europea (a Torino mercoledì 18 settembre, Auditorium Rai Arturo Toscanini, ore 21).
All’indomani della première mondiale di Chicago (novembre 2018), la stampa americana poneva in evidenza la freschezza del linguaggio impiegato da Glass in Perpetulum e, insieme ad essa, il rigore di una scrittura che mai, comunque, arriva a limitare la luminosità delle atmosfere. Il senso ritmico che regola la vicenda percussiva è, da sempre, elemento trainante in tutta la musica di Glass, eppure qui non viene declinato secondo la logica (qualche volta) persino integralista del minimalismo ma, anzi, mettendo in campo una grande varietà di soluzioni timbriche e formali, rivelando aspirazioni protese, forse, oltre la oggettiva dimensione cameristica. Perpetulum è anche il titolo dell’ultimo disco pubblicato da TCP, in cui trovano spazio alcune delle numerose creazioni dedicate all’eccellente quartetto americano. Nei mesi scorsi il progetto discografico ha ottenuto un Grammy Award e la notizia non può essere giudicata scontata, se si considera il tipo di repertorio preso in considerazione.
Il concerto per MITO celebra inoltre la musica di un compositore di primissimo piano come Gavin Bryars, accanto a quella del più giovane David Skidmore, che è cofondatore e componente del gruppo TCP.
Si rende poi omaggio a un altro mostro sacro del panorama contemporaneo come Steve Reich e concede visibilità a Devonté (Dev) Hynes, singolare figura di cantante e autore al confine tra rap e R&B, diventato artista di culto – con il nome di Blood Orange – per molti giovani americani, oltre che spunto creativo per un giovanotto di ottantadue anni, chiamato Philip Glass.
Stefano Valanzuolo