La bellezza è un bene che va assaporato sin da piccoli: la musica e il teatro spalancano la fantasia dei bambini, spesso ben più di quanto accada agli adulti. Sarebbe ingeneroso pensare, per il proprio figlio (o nipote): «È ancora presto, non se lo gode, non lo capirebbe»… Il fatto che un festival come MITO Settembre Musica per il quarto anno consecutivo dedichi diversi spettacoli all’infanzia (età prescolare e scolare) è un’opportunità da non perdere, anzi tre, tanti quanti sono per il 2019 gli appuntamenti di questo tipo, tutti con musica rigorosamente dal vivo, tutti programmati nel weekend (con doppia recita pomeridiana, alle 16 e alle 18) alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani.
Si comincia domenica 8 con la prima italiana di Violoncelli guerrieri, uno spettacolo creato in Olanda da Oorkaan, ensemble fondato nel 2001 in seno al Concertgebouw di Amsterdam. Otto violoncelli/scudi si sfidano a suon di archetti/spade, con i violoncellisti/guerrieri impegnati in tre coreografie su altrettante musiche di Bartók, Glass e Ligeti.
Domenica 15 vedremo arrivare per la prima volta in Europa Una bella città, ideato da Dario Moretti, direttore artistico di Teatro all’improvviso, in collaborazione con due musicisti giapponesi al pianoforte e alla marimba. Un viaggio poetico alla ricerca dei contorni e dei colori di una città immaginaria che, dipinta dal vivo, si srotola su un lungo foglio di carta, seguendo l’onda della fantasia dei bambini.
Spettacolo tutto nuovo, commissionato da MITO Settembre Musica, è I canti dell’albero, in scena sabato 14, frutto della fervente immaginazione di Controluce Teatro d’Ombre, storica compagnia dedicata al genere, la prima in Italia capace di realizzare importanti collaborazioni in ambito musicale.
Ne parliamo con la cofondatrice Cora De Maria, creatrice anche in questa occasione delle bellissime silhouettes.
Come avete ideato lo spettacolo?
«Per noi è uno spettacolo duplice, proiettato al passato e al futuro: per certi versi, infatti, torniamo alle origini, perché il nostro primo spettacolo fu proprio su Ma mère l’Oye di Ravel, che anche in questo caso è la “musica portante”; per altri cambiamo sensibilmente il nostro approccio teatrale abituale, in genere destinato al pubblico adulto. Non possiamo dunque limitarci ad evocare suggestioni; qui l’aspetto narrativo è fondamentale per stimolare la fantasia dei bambini, per cui abbiamo creato una drammaturgia costruita sulle cinque fiabe di Ma mère l’Oye, precedute da altri tre pezzi di Ravel tratti da Miroirs (Oiseaux tristes, Noctuelles e Une Barque sur l’océan).
Che cosa aspetta i piccoli (e grandi) spettatori?
In un bosco c’è un grande albero avvezzo ad ascoltare alcuni bambini leggere un libro di fiabe sotto i suoi rami; il libro, però, viene sottratto da una strega cattiva. Rimasto solo, senza le voci dei bambini, l’albero si ammala e perde le foglie, e con lui il resto del bosco. I bambini apprendono da un uccello marino che il libro è stato rubato e nascosto sotto il mare, sotto un albero di corallo (alter ego dell’albero in superficie); una spedizione sottomarina, tra pesci di tutti i tipi e sirene, consente di recuperare il libro e i bambini potranno dunque riprendere la lettura delle fiabe (quelle di Ma mère l’Oye): le foglie torneranno a popolare l’albero e il bosco riprenderà vita. Tutto viene raccontato in parole, musica e immagini, quelle delle ombre, un mezzo proprio, con una sua poetica, capace come nessun altro di procurare nei bambini incantamento e spavento, un linguaggio fatto di presenza-assenza che ha molto a che fare con la natura della musica».
Simone Solinas