Beatrice Rana. Il percorso di una stella sorta dal Sud

1995, Salento occidentale, per la precisione Copertino. Una bimba di due anni attende che la mamma finisca la sua lezione di solfeggio per conquistare il pianoforte di casa e duettare insieme al babbo le colonne sonore dei cartoni Disney preferiti. Il talento è evidente, gli studi obbligati. Il diploma viene consegnato con lode e menzione dal Conservatorio di Monopoli, sotto l’egida di Benedetto Lupo.
Per una ragazza abituata alla cucina pugliese deve essere stato un trauma trasferirsi ad Hannover per studiare con Arie Vardi. Ma chi semina (spesso) raccoglie. L’anno in cui tutti si accorgono di lei è il 2011: appena maggiorenne sbanca al Concorso Internazionale di Montréal, la più giovane di sempre nonché prima italiana. Passano due anni e la consacrazione è definitiva: medaglia d’argento (e Premio del pubblico) al Van Cliburn di Fort Worth.
Da allora ad oggi Beatrice Rana continua a segnare nella sua agenda i nomi delle istituzioni musicali più prestigiose del mondo: dal Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Concertgebouw di Amsterdam alla Carnegie Hall di New York. Le migliori orchestre se la contendono, i direttori fanno a gara per averla solista (in ultimo Antonio Pappano per “Bernstein at 100”).
Nel 2015 Beatrice pubblica il suo primo album (per Warner Classics) con il Secondo di Prokof’ev e Primo di Čajkovskij. Ottiene l’“Editor’s Choice” di Gramophone e il “Newcomer of the Year Award” del BBC Music Magazine. Viene quindi inserita nel BBC New Generation Artist Scheme e riceve un Borletti-Buitoni Trust.
L’anno d’oro è il 2017 grazie all’incisione delle Variazioni Goldberg: vince un Gramophone Award, un Premio Edison e il Presidente Mattarella la nomina Cavaliere della Repubblica per particolari meriti. Nel 2018 viene eletta Artista Femminile dell’Anno ai Classic BRIT Awards della Royal Albert Hall.
Accetta l’invito a partecipare come “giudice” alle prime due edizioni di Amadeus Factory, il talent dedicato ai musicisti dei Conservatori italiani. Sul piccolo schermo la Rana si mostra per quello che è: da una parte una professionista consapevole e rigorosa, dall’altra una ragazza semplice e profondamente legata alla sua terra d’origine. Difatti un mese all’anno, cascasse il mondo, torna in Puglia e l’agenda va “in pausa”. Beatrice si precipita a casa non solo per stare vicina ai suoi affetti, per bearsi degli odori, sapori e colori che il Sud sa offrire, ma anche per condividere tutto questo con gli amici musicisti incontrati in tournée. Da due anni, nel cuore del Salento, è nato infatti Classiche ForMe, Festival Internazionale di musica da camera in cui tutta la famiglia Rana è impegnata.

Giovedì 2 e venerdì 3 maggio, all’Auditorium “Arturo Toscanini”, la nostra pianista d’eccezione sarà protagonista con il Concerto n. 1 di Brahms. Ad accompagnarla l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Maxime Pascal.
Il Primo di Brahms è un arduo cimento, ma come dice Beatrice Rana: «I capolavori, prima si cominciano a studiare e più tempo avrai a disposizione per capirli».

Biagio Scuderi