«La musica dà prova oggi di essere più viva che mai». Come non essere d’accordo con Michele Gamba. D’altronde, basta dare una semplice occhiata al programma, che dirigerà giovedì 3 febbraio all’Auditorium Toscanini alla testa dell’Orchestra Nazionale della Rai (concerto trasmesso in diretta su Radio3), per intuire subito quanto viva e vivace sia ai nostri giorni la scena musicale planetaria. E, diciamolo subito, anche nel contesto della musica d’arte.
Come nasce questo programma?
«In Inghilterra, a Londra, ho trascorso sette anni, prima come studente, poi come assistente. Il mio interesse per la musica dei giorni nostri era già vivo. Così, se da un lato frequentavo i concerti della London Sinfonietta, dall’altro cercavo di praticare, da pianista, novi progetti e scoprire nuove pagine. Thomas Adès l’ho letteralmente incrociato nei corridoi del Covent Garden, nei giorni in cui stava andando in scena la sua Tempesta. Un caso magari fortuito, ma che è andato ad inserirsi sul mio specifico interesse per la sua musica. Il resto è venuto di conseguenza. Alessandro Taverna, con il quale ritengo sia un privilegio poter collaborare, è un amico di vecchia data. La sua passione per la musica dei nostri giorni è peraltro nota. Da qui la scelta di proporre il Concerto per pianoforte di Adès, una delle sue opere più recenti [ha debuttato nel 2019, ndr], mettendolo a confronto con un suo lavoro di ormai molti anni fa, i Tre pezzi dall’opera Powder her face [pagina del 1995, ndr]. L’idea è quella di offrire la possibilità di confrontarsi con un compositore tra i più noti, ma poco presente nelle programmazioni italiane, rappresentato in un significativo arco temporale della sua produzione».
Diverso è il caso di Rihm, la cui musica è invece da molti anni eseguita con costanza nel nostro Paese…
«Sì, Rihm è diventato, per così dire, un classico. La presenza della sua Verwandlung III [Trasformazione terza, 2007-2008, ndr] nasce proprio dall’esigenza di testimoniare la vitalità del panorama musicale attuale. Verwandlung III è pagina che si pone in contrasto, o meglio in giustapposizion al linguaggio compositivo di Adès. Rihm e Adès: due compositori che hanno maturato estetiche differenti, che vengono da percorsi diversi. Il primo è legato all’esperienza mitteleuropea nata con la Seconda Scuola di Vienna e poi consolidatasi nel secondo dopoguerra. Adès, invece, oltre all’ascendenza britteniana, esplicita sempre più il suo amore per la musica d’oltre Atlantico, come del resto proprio il Concerto per pianoforte dimostra con chiarezza».
Come s’inserisce in questo programma il brano del vincitore dell’edizione 2019 del Concorso Berio?
«Il compositore Yikeshan Abudushalamu (nato nel 1985 nello Xinjiang, regione autonoma della Repubblica popolare cinese, appartiene all’etnia uigura di lingua turca) si situa in una prospettiva ancora diversa da quelle di Adès e Rihm. Una partitura molto densa la sua, oltremodo complessa, nella quale si aprono in maniera organizzata spazi di improvvisa chiarezza. Un lavoro formalmente molto ben costruito ed insieme davvero impegnativo per l’orchestra. Il titolo (Repression) non deve sviare il pubblico: come lo stesso autore ha dichiarato, è stato aggiunto solo una volta terminato il brano e rappresenta, nelle sue stesse intenzioni, il suo sentimento personale, la sua stessa sensazione, al momento in cui si è trovato di fronte a questo suo lavoro finito».
Fabrizio Festa
Il concerto è trasmesso in diretta su Radio 3 per Il Cartellone di Radio3 Suite e in live streaming su Rai Play.