Kirill Petrenko: un talento purissimo sul podio dell’OSN Rai

Nel 2001, quando fu chiamato a dirigere Der Rosenkavalier di Strauss con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai al posto di Giuseppe Sinopoli, improvvisamente scomparso, Kirill Petrenko era un venticinquenne sconosciuto al pubblico italiano. Da allora la sua carriera è stata un susseguirsi di successi folgoranti che l’hanno portato a essere nominato direttore musicale dei Berliner Philharmoniker.

Negli anni ha regolarmente diretto l’Orchestra Rai, sul cui podio ritorna venerdì 26 e sabato 27 aprile con la Terza Sinfonia di Ludwig van Beethoven e il poema sinfonico Ein Heldenleben (Vita d’eroe) di Richard Strauss.
Russo ma naturalizzato austriaco, Petrenko è un artista anomalo, un talento purissimo che ha consacrato la vita alla musica, mantenendosi sempre a debita distanza da riflettori e star system. Da anni rifugge ogni approccio con la stampa, non ha un sito web e nemmeno una pagina social.

Dal 2013 è al timone della Bayerische Staatsoper, dove ha diretto produzioni memorabili come Die Soldaten di Zimmermann o la tetralogia di Wagner. Sempre con il Ring des Nibelungen ha trionfato anche nel santuario wagneriano di Bayreuth, dove ha debuttato nel 2013. La nomina alla guida della prestigiosa compagine berlinese – incarico in cui è stato preceduto da mostri sacri come Furtwängler, Karajan, Abbado e Rattle – è arrivata nel 2015 direttamente dalle fila degli orchestrali. I Berliner sono un unicum da questo punto di vista: scelgono direttamente il loro direttore senza che nessuno, né il direttore artistico, né quello generale, né il Ministro della Cultura tedesco stesso, possa contestare il verdetto.

Aprirà il concerto di aprile con l’OSN Rai – l’orchestra italiana che Petrenko ha diretto più volte – all’Auditorium Toscanini di Torino l’Eroica di Beethoven. Scritta tra il 1802 e il 1804 in omaggio a Napoleone – esaltato inizialmente come l’eroe che incarnava i grandi ideali della rivoluzione francese – la Sinfonia fu eseguita per la prima volta in pubblico nell’aprile del 1805, con lo stesso compositore a dirigerla. La dedica al generale corso venne cancellata quando Napoleone si incoronò imperatore. Scrisse Ferdinand Ries, allievo e poi biografo di Beethoven: «Fui il primo a portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: “Anch’egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!”».

Sempre nel segno del titanismo eroico sarà anche la seconda parte del programma, dedicata all’Heldenleben di Strauss, sugello del ciclo dei poemi sinfonici che resero celeberrimo il compositore tedesco. Il poema fu concepito insieme a Don Quixote come una sorta di dittico sulla figura dell’eroe romantico, facilmente riconducibile a Strauss stesso, che in queste pagine sembra fare un bilancio del suo percorso umano e artistico.

Edoardo Pelligra