Con il debutto alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Fabio Luisi, compie un altro passo di quello che, citando un titolo di Peter Handke, si potrebbe definire il suo “lento ritorno a casa”. Genovese di nascita, cosmopolita per vocazione, formatosi come direttore d’orchestra fra Austria e Svizzera, a lungo guida principale dell’Opernhaus di Zurigo, della Staatskapelle di Dresda e soprattutto del Metropolitan di New York, Luisi è infatti impegnato con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, del quale è già consulente artistico e sarà dalla prossima primavera anche Direttore musicale. In Italia è il suo primo incarico istituzionale di lungo respiro, anche se in realtà il legame di Luisi con il suo paese non si è mai indebolito, come testimoniano non solo le sue numerose esibizioni come ospite di orchestre e teatri d’opera, ma anche l’attività della “Luisi Academy for Music and Visual Arts” da lui fondata, insieme alla moglie Barbara, per far crescere e lanciare giovani talenti: sede organizzativa a New York e attività di Summer School a Martina Franca, in Puglia, in coincidenza con le manifestazioni del Festival della Valle d’Itria.
Certo l’opera continua a rappresentare il cuore dei suoi interessi, che musicalmente si è fatto apprezzare sin dagli esordi anche per la ricerca dei titoli meno battuti del grande repertorio, preparati con scrupolo filologico e dunque attenzione verso le nuove edizioni critiche: basti ricordare come, intorno al 2001, anno che celebrava il centesimo anniversario della morte di Giuseppe Verdi, Luisi abbia diretto e registrato in disco Alzira e Jérusalem, fornendo di entrambe le opere letture innovative che sono tuttora un punto di riferimento.
Ma l’esperienza accumulata in particolare a Dresda, dove l’impegno in ambito sinfonico è persino preponderante rispetto a quello della Semperoper, ha fatto di Luisi un direttore completo, a suo agio in tutto il repertorio classico. Dresda e la Staatskapelle, però, sono un santuario della musica tardoromantica, e forse proprio per questo le incisioni discografiche realizzate con quell’orchestra sono state dedicate a Bruckner e a Richard Strauss.
Anche il debutto con l’Orchestra Rai avviene nel nome di Richard Strauss, con due celebri poemi sinfonici, Don Juan e Ein Heldenleben (Vita d’eroe), a incastonare uno fra i più bei concerti per pianoforte di Mozart, quello in re minore, di suggestione preromantica, affidato al bravissimo Alexander Melnikov. Luisi ama immergersi nella sensualità della musica con l’animo del ricercatore: sente e trasmette l’incanto della sua materia, ma ne mantiene il controllo e non se ne lascia travolgere. Si è letto che fa così anche con l’arte di creare profumi, attività che ha sviluppato a New York e che da semplice hobby è diventato quasi una seconda vita alchemica.
Stefano Catucci