L’Orchestra della Rai in festa, con Mozart, Britten e Bernstein

Per fare un’orchestra non basta mettere insieme dei bravi musicisti. L’orchestra è un organismo vivente, è un’alchimia misteriosa che si costruisce col lavoro di anni, è un conto che non torna, perché il tutto vale più della somma delle parti. Non a caso, in questo microcosmo di equilibri e relazioni, tanti intellettuali hanno voluto vedere un modello di società ideale. Ma anche senza scomodare parallelismi politico-filosofici, da sempre le grandi orchestre custodiscono storie, leggende, aneddoti e curiosità capaci di affascinare il pubblico quasi quanto le esecuzioni. E, nel tempo, tra chi suona e chi ascolta si creano profondi legami affettivi. Nasce da questa consapevolezza il concerto (fuori abbonamento) di giovedì 26 aprile, che avrà per protagonista l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Qualcosa di più che una semplice carrellata di brani. Sarà una vera festa: l’orchestra, guidata per l’occasione dal direttore Pietro Mianiti, si cimenterà con un repertorio impegnativo quanto stimolante. Sarà una bella occasione per mettere in risalto le qualità della compagine nel suo insieme, ma anche dei singoli componenti (a cominciare dalle prime parti).

Il programma, quanto di più vario ci si possa immaginare, spazia da Mozart a Bernstein e ha il potere di parlare a tutti: a chi dell’orchestra conosce ogni sfumatura (magari perché abbonato da una vita), come a chi, invece, si gode la sorpresa e lo stupore dei primi ascolti (bambini compresi, che nella Young person’s guide to the orchestra di Britten possono trovare una chiave d’accesso a un mondo fantastico).

Il concerto si apre con una perla mozartiana: l’ouverture dall’opera Così fan tutte, con la sua carica di vitalità e ironia. Immediatamente dopo, sarà ancora il genio salisburghese a occupare la scena: è infatti in programma la Sinfonia Concertante per oboe, clarinetto, corno e fagotto. Nel ruolo di solisti saranno impegnati Carlo Romano (oboe), Luca Milani (clarinetto), Ettore Bongiovanni (corno) e Andrea Corsi (fagotto), tutte prime parti. «L’incontro con Mozart è una tra le avventure più entusiasmanti che possano capitare a un musicista – ci racconta Andrea Corsi, primo fagotto, un veterano, in RAI da 26 anni – La sua è una musica eternamente giovane, fresca e spontanea: è sempre una gioia eseguirla». In questo caso la Sinfonia Concertante è anche un modo per mettere in luce professionalità preziose, che costituiscono l’ossatura del sistema. «Tra noi prime parti c’è un bellissimo rapporto di amicizia e collaborazione, così come col resto dell’orchestra. Dinamiche di questo tipo si costruiscono negli anni e sono fondamentali, perché il nostro “quadro”, la musica, non è fatto da pennelli inerti, ma da persone vive. La preparazione del singolo è importantissima, però non basta: in ciascuno dev’esserci la disponibilità a suonare insieme».

Il concerto prosegue poi con la Young Person’s Guide to the Orchestra (Guida del giovane all’orchestra), una tra le composizioni più note di Benjamin Britten (costruita su un tema di Henry Purcell), un brano spesso usato a fini didattici, ma che ha molto da dire anche agli ascoltatori più raffinati e arguti. Infine, le travolgenti e notissime danze tratte dal musical West Side Story di Leonard Bernstein, degna conclusione per una scoppiettante festa in musica.

Lorenzo Montanaro