L’OSN Rai festeggia Dante con la Dante-Symphonie di Liszt

Su un artista colto e profondamente cattolico, quale fu Franz Liszt, la lettura de La divina commedia esercitò fascino assiduo, stimolando la riflessione e l’impulso creativo a più riprese. La Dante-Symphonie, che l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI propone il 13 maggio in Auditorium “Toscanini” (ore 20), rappresenta l’esito più corposo di questo work in progress e, insieme, il più ambizioso; destinato a rimanere irrisolto, non a caso, per quanto formalmente compiuto. Sappiamo, infatti, che tre parti di questo lavoro sinfonico corale (scritto tra il 1855 e il 1857, ma immaginato molto prima) sarebbero dovute corrispondere alle tre cantiche della Commedia, eppure il Paradiso, alla fine, non fu musicato.

Vacillò, Liszt, di fronte a tanto cimento spirituale, indotto alla rinuncia anche da un genero ingombrante come Richard Wagner, il quale gli aveva scritto che «nessun essere umano sarebbe stato in grado di trasferire in note le gioie del Paradiso, contemplabili solo con gli occhi dell’anima». Così, Liszt avrebbe chiuso l’opera con un Magnificat, meno impegnativo in chiave filosofica (e teologica) ma assai suggestivo per l’impiego sapiente delle sole voci femminili (a Torino si ascolterà l’ottimo Coro “Maghini”, affidato alle cure di Claudio Chiavazza) con relativo campionario di colori seduttivi e sonorità eteree. Fosse dipeso solo da lui, Liszt avrebbe usato un coro più grande, ma Wagner (di nuovo!) lo aveva dissuaso in tal senso, rilevando come della Nona di Beethoven – per esempio – proprio il corale finale risultasse la parte meno convincente. Punti di vista.

La portata allusiva della Dante-Symphonie rimanda a certa iconografia ricavabile dalle storiche incisioni della Commedia (non è un caso che Liszt volesse associare all’esecuzione musicale una proiezione in diorama delle illustrazioni di Bonaventura Genelli, così come aveva fatto in una serata pianistica a casa Wittgenstein) e si riallaccia alla consuetudine romantica del poema sinfonico, in ciò rinnovando l’ispirazione della quasi coeva Faust- Symphonie. È alla luce di tali considerazioni che la Dante diventa omaggio tanto più prezioso e pertinente al sommo poeta, nel settecentesimo anniversario della morte. Pertinente in relazione ai contenuti, si capisce, e, prima ancora, alla scelta di un compositore, Liszt, che di più e più a lungo di ogni altro seppe tradurre in musica lo spunto letterario, qui ricavandone sontuosi esiti sinfonici, altrove – ci riferiamo alla sonata Après une lecture de Dante – accenti pianistici intensamente meditati

Aggiunge smalto alla serata il ritorno sul podio della OSN (per la terza volta) di Aziz Shokhakimov, trentatreenne direttore uzbeko energico e felicemente visionario, premiato – in questa fase prepotentemente in ascesa della propria carriera – da molte collaborazioni con orchestre prestigiose di tutto il mondo.

Stefano Valanzuolo


La serata è aperta al pubblico con 200 posti in vendita.

I biglietti per il concerto, proposti al prezzo unico di 25 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e, previo appuntamento da prendersi telefonicamente o via email, presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino.

Il pubblico in sala sarà accolto nel rispetto delle più recenti norme per il contenimento della pandemia.