Magia di Natale con “Lo schiaccianoci” di Conlon

Puntuale come il Natale, Lo schiaccianoci non ha mai smesso di deliziare con le sue magiche atmosfere grandi e piccini.
Dal 1892, anno del debutto a San Pietroburgo con le coreografie di Petipa e Ivanov, non c’è teatro al mondo che non abbia ospitato il celebre balletto di Čajkovskij né forma di spettacolo che riesca ad astenersi dal frequentarlo. Risale a qualche settimana fa l’ultimo adattamento targato Disney della fiaba romantica di Hoffmann rivisitata da Dumas padre, Lo schiaccianoci e i quattro regni, che rinsalda il legame del cinema d’animazione con le musiche di Čajkovskij inaugurato con Fantasia.
Ma se uno dei capolavori più affascinanti della storia della danza resta confinato alla brevitas della tradizione natalizia è perché si fa pagare alla presunta leggerezza della sua tenuta musicale uno scotto che non merita paragonato alla monumentalità dei balletti che lo precedono, Il lago dei cigni e La bella addormentata. In effetti, l’assenza di un intreccio unito all’azione coreografica secondo un filo coerente sorprese il pubblico della prima al Teatro Mariinskij: qualcosa accade ancora nel primo atto, con la consegna dei regali natalizi e la battaglia che lo Schiaccianoci ingaggia contro l’esercito del Re dei topi; nel secondo, invece, domina incontrastato il più gioioso divertissement, offerto dalla Fata Confetto alla piccola Clara e al suo Schiaccianoci tramutato in bel principe.

Proprio attorno alla girandola di danze esotiche che descrivono il viaggio onirico della bambina fra dolciumi e tazze da tè Čajkovskij concepì la suite sinfonica divenuta popolare in sede concertistica. Una consuetudine a cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai guidata dal direttore principale James Conlon si sottrarrà quest’anno proponendo il balletto integrale nel tradizionale concerto di Natale venerdì 21 dicembre alle 20.30 all’Auditorium Rai di Torino e in diretta su Radio3.
«La musica di Čajkovskij non solo accompagna la danza, ma la genera e la ispira – spiega Conlon – Eseguire lo Schiaccianoci completo anziché la suite favorisce sia l’ascolto sia la resa degli archi sul palco, dove la ricchezza dell’orchestrazione può essere apprezzata molto più che in buca». Scelta coraggiosa ma nemmeno del tutto inedita per il direttore americano, che promette: «Sarà un’esperienza diversa: l’accento sulla musica non sostituirà ma amplificherà il nostro apprezzamento per la forma originale del balletto».

 Valentina Crosetto