A Natale, con l’OSN Rai, la magia senza tempo dello Schiaccianoci

Sorprende, nei bambini, il bisogno di circolarità. Se durante il giorno i loro occhietti curiosi sono sempre alla ricerca del nuovo e dell’inatteso, quando arriva l’ora di andare a letto spesso ci chiedono la stessa favola, sera dopo sera. E ce la chiedono proprio perché la conoscono a memoria, perché li culla e li rassicura, o forse perché ogni volta quella storia ha per loro un colore diverso. Benché spesso ce ne dimentichiamo, i bambini che siamo stati continuano ad abitare in noi e così, anche da adulti, a volte abbiamo bisogno di favole ricorrenti, che ci cullino e ci facciano sognare.

È esattamente quello che l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai proporrà per il Concerto di Natale, in una serata fuori abbonamento, sabato 21 dicembre (ore 20.30) all’Auditorium Arturo Toscanini. Per il secondo anno consecutivo, l’Orchestra, sotto la guida di James Conlon, eseguirà le musiche del balletto Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij (nella versione completa, in due atti).

Così, proprio come in un racconto da gustare sotto l’albero, riascolteremo quelle melodie che sono, in assoluto, tra le più popolari del repertorio classico, ma che riescono sempre a sprigionare un fascino incantatore.

Nei Paesi anglosassoni Lo Schiaccianoci è considerato la favola di Natale per antonomasia. Già nel 1944, William Christensen, fondatore del San Francisco Ballet, importò oltre oceano l’opera di Čajkovskij e negli anni successivi le rappresentazioni invernali divennero una costante. L’Orchestra Rai vorrebbe istituire anche a Torino questa tradizione: una proposta che il direttore stabile, James Conlon, statunitense, ha accettato con entusiasmo, forse proprio in virtù della sua provenienza.

Poche musiche come quelle dello Schiaccianoci hanno saputo stimolare, nel tempo, una poliedricità di risposte visive, legandosi, di volta in volta, a immagini diversissime. Quanta strada, dalle coreografie originali di Marius Petipa e Lev Ivanov fino alle tante trasposizioni per grande e piccolo schermo, senza dimenticare il cinema d’animazione (già, perché la versione disneyana con pesci e orchidee danzanti avrà anche le sue trovate un po’ kitsch, ma bisogna pur riconoscerle il merito di aver portato il capolavoro di Čajkovskij in milioni di case, anche in quelle dove forse, diversamente, non sarebbe mai arrivato).

Comunque il pubblico del 21 dicembre potrà ripartire dalla radice e lavorare d’immaginazione (privilegio raro, in epoca di smartphone perennemente connessi), lasciandosi guidare da una musica nata per la danza ma adatta anche a una vita propria, tanto che già nel 1892, quasi contestualmente alla stesura del balletto, il compositore pensò anche a una suite per orchestra, una versione condensata che riscosse, da subito, enorme successo. Saranno quindi le melodie e i timbri orchestrali a suggerire i tempi della storia, a farci immaginare Clara, Fritz, il re dei topi, i cosacchi con tanto di colbacco e tutti gli altri protagonisti. Non sarà un esercizio difficile, anche perché, nell’opera, ad alcuni strumenti viene affidato un ruolo da veri e propri personaggi. Pensiamo alla celesta, che introduce la fata confetto. All’epoca di Čajkovskij questo strumento (inventato nel 1886) era un’assoluta novità: il compositore la ascoltò a Parigi, rimanendo stregato dal timbro inconfondibile ed evocativo.

Ma se di favola si tratta, come non dedicare un occhio di riguardo ai più piccoli? Domenica 22 dicembre (ore 16), nell’ambito del progetto Classica per tutti, l’Orchestra, sempre diretta dal maestro Conlon, riproporrà alcuni estratti del balletto, in un appuntamento espressamente ideato per i bambini e i ragazzi con le loro famiglie. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani.

Durante l’intera stagione, le nuove generazioni possono scoprire le magie della classica in modo nuovo, con strumenti e tecniche narrative che, senza assolutamente banalizzare la grandezza del repertorio proposto, aiutano ad approcciarlo con divertimento e un pizzico di ironia. Quest’anno, con l’avvicinarsi del 250esimo anniversario della nascita, la maggior parte degli appuntamenti si concentra sulla musica di Beethoven. Fa eccezione il concerto natalizio, dedicato appunto a Čajkovskij e al suo balletto senza tempo.

Lorenzo Montanaro