Nicolas Altstaedt: versatilità al violoncello

In italiano è più facile usare l’espressione “franco-tedesco” anche se quando si presenta, essendo nato a Heidelberg e vivendo attualmente a Berlino, Nicolas Altstaedt nomina le sue due origini in ordine inverso. Questa variabilità dei confini tra le parole, se non tra i luoghi, potrebbe già funzionare come una buona introduzione per chi voglia comprendere la sua personalità di artista.

Altstaedt, infatti, non si limita a cimentarsi con musica di un’epoca o di un genere precisi, non ha mai voluto diventare uno specialista. Fin da giovanissimo monta sul violoncello corde di budello e le usa anche per eseguire il grande repertorio romantico o la musica d’oggi semplicemente cambiando arco rispetto a quando affronta la musica barocca. «La cosa importante – ha dichiarato in un’intervista – è sintonizzarsi sul linguaggio delle diverse musiche, su un modo di sentire che va oltre la differenza tra i singoli strumenti. Il paradosso oggi è che ci sono violoncellisti che eseguono Šostakovič su strumenti settecenteschi che montano corde di metallo, e “barocchisti” che eseguono Bach su copie di strumenti antichi costruite un paio di anni fa: parlare di “autenticità” non ha senso».

Resta il fatto che Altstaedt, cresciuto ascoltando le incisioni di Nikolaus Harnoncourt e di Anner Bylsma, del quale è anche stato allievo in corsi di perfezionamento, è fra i pochissimi a poter passare con disinvoltura e appropriatezza da uno stile all’altro, oltre che a lanciarsi spesso in progetti originali (fra i più recenti uno dedicato al progetto di film Mastorna mai realizzato da Federico Fellini e uno, di musica contemporanea, ispirato alla figura della compositrice e cantante seicentesca Barbara Strozzi).

Giovedì 2 (alle ore 20.30) e venerdì 3 dicembre (alle ore 20.00), Altstaedt eseguirà all’Auditorium Rai di via Rossini Schelomo, la Rapsodia ebraica di Ernst Bloch, in un concerto che vede in programma anche l’Ouverture per il III Atto della Tempesta di Shakespeare di Zdeněk Fibich e la Sinfonia n. 8 di Dvořák. A guidare l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai sarà Tomáš Netopil, direttore cèco come gli autori dei due brani orchestrali. In Schelomo il violoncello è portato a esplorare tutta la sua tavolozza espressiva: dal vitalismo alla malinconia, dall’introspezione al lirismo. Niente di più adatto alla sensibilità di Nicolas Altstaedt, che grazie alla sua versatilità e finezza sa comunicare al pubblico le minime sfumature dei sentimenti in gioco e trasformare il concerto in un’esperienza da vivere con intensità sempre nuova.

 

Stefano Catucci