Versatilità e carisma. L’OSN Rai rende omaggio a Nicolaj Znaider

Saul Bellow ha scritto che Mozart esiste per ricordarci che una cosa o la si fa facilmente, o non la si fa affatto. Aggiungiamo anche che o la si fa alla perfezione, o è meglio lasciar perdere, e avremo il ritratto di Nicolaj Znaider.

A quasi quarantacinque anni, Znaider possiede tutto quello che un artista può desiderare: talento strepitoso, maturità musicale, carisma, un look da copertina. Più che a Mozart, la cui natura è troppo vicina al divino per non essere macchiata da una goccia di demoniaco, Znaider sembra avere delle affinità elettive con Mendelssohn, non escluso un velo di melanconia yiddish che rende ancora più struggente la voce del suo violino.

Nel giro di due settimane, dal 4 al 12 aprile, Znaider darà ampia prova della versatilità del suo talento, passando con disinvoltura dal ruolo di solista nel Concerto per violino di Elgar, in collaborazione con un direttore di prestigio come Fabio Luisi, al rango di “primus inter pares” assieme ai musicisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in un prezioso concerto di musica da camera, con al centro la meravigliosa perla dell’Ottetto di Mendelssohn, per approdare infine al podio dell’Auditorium Toscanini per dirigere un capolavoro della letteratura sinfonica come la Sinfonia “Dal nuovo mondo” di Dvořák.

In pratica una full immersion nel mondo di questo violinista e direttore d’orchestra danese di origini ebraiche, che sembrerebbe la reincarnazione del grande Fritz Kreisler, se non fosse così marcata in lui l’impronta della scuola violinistica russa lasciata dal suo maestro Boris Kuschnir. Ma in effetti qualcosa di Kreisler sopravvive in Znaider, che suona il Guarneri del Gesù appartenuto al leggendario violinista viennese. Znaider non se ne stacca mai, specie da quando ha scoperto che proprio con quel violino Kreisler ha interpretato per la prima volta, nel 1910, il Concerto di Elgar, diventato il suo cavallo di battaglia dal disco registrato con Sir Colin Davis per il centenario della prima esecuzione.

Certo, con il Guarneri “Kreisler” avuto in prestito da una Fondazione danese Znaider non farà come il nonno polacco, che per poter studiare nel suo gelido e misero appartamento d’inverno doveva mettere a scaldare il violino davanti al forno per un paio di minuti. Grazie a lui, forse, il nipote ha potuto vivere una vita diversa, e diventare un artista cosmopolita e famoso, come il grande Kreisler di cui oggi suona lo strumento.

Oreste Bossini