L’appuntamento con Rai Nuova Musica del 24 febbraio 2022 è un’occasione gustosa per ascoltare un repertorio eseguito con scarsa frequenza, anche se si tratta di musiche sempre vive, sorprendenti e non risentono del passare del Tempo.
Non altrettanto si può dire del titolo del concerto – Il giovane Maderna. Musica alta e musica bassa nella Milano degli anni ’50 – per il quale è necessaria una premessa.
Subito dopo la morte di Kurt Weill (1950) si è aperto un dibattito sull’appartenenza o meno del compositore tedesco, naturalizzato americano, alla cosiddetta musica alta e si è costruita l’idea di “due Weill”: l’uno tedesco – che divideva la sua produzione fra il teatro musicale impegnato collaborando con Bertolt Brecht e la musica d’avanguardia – l’altro americano, “venduto” al sistema produttivo di Broadway. L’infondatezza di questa lettura è emersa grazie a studi critici, che hanno portato all’attenzione una continuità di poetica, di tecniche compositive e strutture drammaturgiche nella produzione di Weill in toto, avvalorata anche dall’interesse di Berio e Maderna verso la sua intera produzione.
Nel concerto di Rai Nuova Musica (diretto da Roberto Polastri, con la voce solista del mezzosoprano Aloisa Aisemberg) il primo gruppo di brani in programma è la rielaborazione orchestrale operata da Luciano Berio e Bruno Maderna fra il 1962 e il 1972 di alcuni song di Kurt Weill: Ballade von der sexuellen Hoerigkeit, Moritat di Meckie Messer e Surabaya-Johnny tratti dall’Opera da tre soldi (1928), Le Grand Lustucru tratto da Marie Galante (1934). A questo proposito, bisogna citare i due dischi Ricordi, usciti nel 1964: Kurt Weill 1930-1933 e Kurt Weill 1933-1950, che raccolgono tutti i song di Kurt Weill arrangiati da Bruno Maderna, cantati da Laura Betti con la partecipazione straordinaria di Vittorio De Sica; particolarmente rilevante è il disco Kurt Weill 1933-1950, in quanto presenta un fine lavoro di arrangiamento jazzistico operato da Maderna sul repertorio di musical di Weill, repertorio poco conosciuto all’epoca in Italia. Miliare è l’arrangiamento maderniano di Speak Low da One Touch of Venus (1943).
Nel concerto trova giustamente spazio un altro esempio della pratica di nuovi arrangiamenti sulle musiche di Weill: è il caso della suite da concerto Symphonic Nocturne da Lady in the Dark nella versione arrangiata da Robert Russell Bennett. Lady in the Dark (1941) è il primo Musical realizzato da Kurt Weill a Broadway; Bennett realizza una suite da concerto selezionando alcuni temia musicali fondanti il Musical proponendone una propria personale rilettura. La prima esecuzione ha avuto luogo il 29 luglio 1949 al Lewisohn Stadium con la New York Philharmonic diretta da Maurice Abravanel, stretto collaboratore di Weill fin dal suo arrivo a New York.
Il programma è completato da un terzo arrangiamento di Bruno Maderna, Nel blu, rielaborazione di Nel blu, dipinto di blu di Modugno/ Migliacci e Composizione n. 1 (1948-1949).
I brani selezionati per questo concerto restituiscono l’interesse specifico per Kurt Weill di Luciano Berio e Bruno Maderna fra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando conducevano sperimentazioni sia nell’ambito delle nuove tecnologie, sia sul confine dei generi musicali. Infatti proprio su questo confine si trovano gli aspetti più interessanti e gradevoli per la fruizione musicale: l’interesse di Maderna verso il jazz trova spazio negli arrangiamenti sia delle musiche di Weill sia della canzone di Modugno, e in particolare in quest’ultima le scelte timbriche guardano al jazz raffinato della West Coast. Le strategie negli arrangiamenti sulle musiche di Kurt Weill, sia da parte di Maderna e Berio, che di Bennett, seguono percorsi diversi, ma sempre in relazione con il complesso tessuto originario, assecondando – soprattutto nelle rielaborazioni di Maderna – una dimensione narrativa del jazz.
Marida Rizzuti