Già nel 1854 Richard Wagner aveva pensato di comporre un dramma musicale ispirato al poema cavalleresco del XIII secolo di Gottfried von Strassburg che racconta la vicenda di Tristano e Isotta, scrive un abbozzo di testo che però non è mai stato ritrovato. Il 31 dicembre 1857 termina la composizione del nuovo dramma che dedica all’amata Mathilde Wesendonck.
Per scrivere Tristano e Isotta, Wagner interrompe la stesura di Sigfrido (seconda giornata del Ring) alla fine del secondo atto. Tristano e Isotta viene composta tra l’autunno del 1857 e l’agosto del 1859. A Venezia dove compone il secondo atto e inizia il terzo scrive: «Qui terminerò il Tristano a dispetto dei furori del mondo. Da qui il mondo apprenderà la sublime infelicità dell’amore più alto, i lamenti del più doloroso rapimento».
L’opera debutta il 10 agosto 1865 al Konigliches Hof – und Nationaltheater di Monaco di Baviera grazie all’intervento di Ludwig II di Baviera, dirige Hans von Bülow; i coniugi Ludwig e Malwina Schnorr von Carolsfeld interpretano i due protagonisti.
Friedrich Nietzsche scrisse: «Inutilmente, in qualsiasi arte cerco qualcosa che uguagli il Tristano, per la pericolosità del fascino, per un senso di dolce e spaventevole infinità. Tutti i misteri di Leonardo perdono la loro magia alla prima nota del Tristano».
Per questo allestimento che ha debuttato nel 2008 all’Opera di Zurigo e che viene presentato per la prima volta in Italia, il regista Claus Guth ha pensato a un parallelo tra la trama dell’opera e la reale vicenda amorosa che Wagner stava vivendo mentre componeva l’opera, ovvero il suo amore per Mathilde Wesendonck, la moglie del commerciante di sete Otto che stava ospitando Wagner nella sua Villa a Zurigo nel 1865. Così Guth e lo scenografo e costumista Christian Schmidt hanno ambientato l’opera in una villa borghese di fine Ottocento, senza ricreare o copiare fedelmente gli arredi di Villa Wesendonck, dove Tristano è Wagner, Mathilde è Isotta e Re Marke è Otto, quindi sono vestiti con gli abiti della borghesia di quegli anni. Ma sogno e realtà, presente e passato si mescolano in questo allestimento che fa scorrere i vari ambienti sul palcoscenico anche grazie a una apposita piattaforma girevole.
Susanna Franchi