Doppio Schubert nei concerti del Teatro Regio

Il 5 aprile alle 20,30 al Teatro Regio c’è Sergey Galaktionov, primo violino dell’orchestra del Regio, come maestro concertatore e solista per un programma che rientra nel Progetto Mahler e nel Progetto Schubert: già perché la serata si conclude con Schubert secondo Mahler ovvero il Quartetto in re minore D.810 (La morte e la fanciulla) di Schubert (quello che riprende appunto il tema del Lied La morte e la fanciulla) non nella versione cameristica ma in quella per orchestra d’archi che realizzò proprio Mahler nel 1896. Ma il programma si apre con una pagina di raro ascolto di un compositore poco eseguito come Bruno Bettinelli (è stato l’insegnante di Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Riccardo Muti): sono le Due invenzioni per archi del 1939. Poi spazio a Mendelssohn, un Mendelssohn tredicenne che scrive un Concerto per violino e orchestra d’archi in re minore. Il concerto che ha già una sua maturità e coerenza costruttiva nonostante la giovane età del compositore venne scritto nel 1822 per Eduard Rietz e riscoperto solo nel 1951, così spiega il violinista Yehudi Menuhin nella prefazione alla prima edizione a stampa del concerto per la Peters: “La mia prima conoscenza di questo meraviglioso concerto avvenne all’inizio della primavera del 1951 a Londra. Il manoscritto mi venne offerto da un membro della famiglia Mendelssohn, ora residente in Svizzera. Nel 1853 la vedova del compositore lo diede al più grande amico di famiglia e miglior violinista del periodo, Ferdinand David”.

Abbina invece Brahms e Schubert il concerto del 27 aprile alle 20,30 al Teatro Regio (Progetto Schubert) che vede Michele Mariotti, impegnato dal 17 al 28 aprile per I REGIO MariottiLombardi alla Prima Crociata di Verdi sul podio di Orchestra e Coro del Teatro Regio. Il direttore pesarese di cui la stampa dice che “la sua direzione ha i colori dell’avorio, è l’immagine dell’equilibrio, non si lascia sedurre dagli effetti facili ma fa capire tutto” affronta un programma in cui troviamo di Brahms, la Tragische Ouverture e due straordinarie e toccanti pagine corali: Nanie e Schicksalslied; conclude la serata la Sinfonia n.4 in do minore D.417 (La tragica) di Schubert. “Schubert e Brahms sono due facce del romanticismo – spiega Michele Mariotti – mi piaceva presentare in uno stesso concerto due facce dell’eroismo quotidiano e poi io adoro Schubert e sono felicissimo di eseguirlo, normalmente lo abbino con Beethoven o Mahler, ma stavolta ho scelto Brahms. Le due composizioni corali di Brahms sono due pagine bellissime e sono felicissimo di eseguirle a Torino con un coro che è un’eccellenza, un coro che conosco molto bene. Per me è sempre fantastico tornare a Torino e lavorare al Regio è sempre una gioia”.

Susanna Franchi