La Bisbetica domata di Jean-Christophe Maillot.
Incontro al vertice tra due forti personalità

Dimenticate Elizabeth Taylor e Richard Burton nella Bisbetica domata di Franco Zeffirelli. Ma dimenticate anche le divertenti canzoni di Cole Porter per il musical Kiss me Kate. Qui i giochi cambiano. Petruccio non è uno zotico maschilista. Caterina non è una insopportabile megera. Sono due anticonformisti i protagonisti della Bisbetica domata nella versione di Jean-Christophe Maillot per i Ballets de Monte-Carlo in scena al Teatro Regio dal 6 al 10 novembre. Il coreografo, con taglio moderno e grande sensibilità, ha preferito presentarci l’incontro al vertice tra due forti personalità, con caratteristiche asociali e con spinte verso la solitudine, che alla fine si riconoscono l’una nell’altra.
L’elemento in più (appunto: dimenticate Cole Porter) sono le musiche di Šostakovič e, soprattutto, lo Šostakovič più divertente e “ballabile”.
Questa Bisbetica domata ha una genesi curiosa. Nasce nel 2014 come commissione a Maillot da parte del Teatro Bol’šoj di Mosca. Quella versione prendeva vita dall’incrocio di diverse culture: un coreografo francese, danzatori russi e un play tipicamente inglese, sullo sfondo di un intrigo italiano di maniera. Grande successo, pubblico entusiasta, tanto che Maillot ha deciso, tre anni dopo, di riallestirla per la propria compagnia. Per i danzatori di Monte-Carlo, che conoscono il linguaggio di Maillot nei minimi dettagli, si è trattato di ricreare la speciale alchimia fra i diversi personaggi. Un maggior numero di prove e approfondimenti ha permesso di affinare l’accordo collettivo, portando lo spettacolo più avanti nel suo sviluppo coreografico.
Nato nel 1960, Jean-Christophe Maillot studia danza e pianoforte a Tours e a Cannes. Viene quindi chiamato da John Neumeier al Balletto di Amburgo, dove interpreta ruoli da solista. Un incidente mette fine alla sua carriera di ballerino. Nel 1983 viene poi nominato coreografo e direttore del Balletto di Tours; qui crea una ventina di balletti. Nel 1987, per Les Ballets de Monte-Carlo, crea Il mandarino meraviglioso; diventa prima consulente artistico della compagnia, poi coreografo-direttore. La sua direzione fa prendere il volo a questa compagnia da ormai vent’anni conosciuta nel mondo per la sua eccellenza. Qui crea circa quaranta balletti, diversi dei quali vengono ripresi dalle più grandi compagnie di danza internazionali.

Sergio Trombetta