Maggio al femminile al Teatro Regio

Tre donne intorno al cor mi son venute scriveva Dante nelle sue Rime; si riferiva a tre donne simboliche e ci piace citarlo come apripista per raccontare tre donne, un po’ reali e un po’ allegoriche, che sono le protagoniste delle opere che il Teatro Regio mette in scena a maggio. Evita, una donna reale, ovvero Eva Peron protagonista del musical Evita di Tim Rice e Andrew Llyod Webber, Susanna, al centro del Segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari e una Donna, senza nome, volutamente, sola sul palco ne La voix humaine di Poulenc da Cocteau.

Tim Rice, l’autore dei testi di Evita stava guidando nella notte quando per radio ascoltò un programma dedicato alla vita di Eva Peron, era il 1973, e subito cercò Andrew Lloyd Webber, con il quale aveva scritto Jesus Christ Superstar, per realizzare un musical sulla donna che l’Argentina aveva trasformato in un mito. Il musical debuttò a Londra nel 1978 e fu un trionfo. Nella storia tutto ha inizio in un cinema dove la proiezione viene interrotta dall’annuncio: “Sono dolente di informarvi che Eva Peron, leader spirituale della nazione, è entrata nell’immortalità alle 20.25”: era il 26 luglio del 1952. Il musical ci racconta di come Eva Maria Ibarguren sia diventata Evita Peron, quello che la sua figura ha rappresentato per il popolo argentino schierandosi dalla parte dei lavoratori e dei poveri, il suo amore per Peron, la malattia, la morte e la costruzione del mito (il corpo imbalsamato, le statue). La leader dei descamisados è la donna che dal balcone della Casa Rosada intona Don’t cry for me Argentina, cristallizzata per sempre nel verso: Vi amo e spero che voi amiate me.

Ha la leggerezza di una nuvola di fumo la Susanna del Segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari, siamo nel 1953 e l’opera è un indubbio omaggio alla Serva Padrona di Pergolesi (anche qui soprano, baritono, mimo).REGIO Susanna Il compositore utilizza stili mozartiani e rossiniani per raccontare con ironia la gelosia di un marito che sentendo odor di fumo pensa che la moglie abbia un amante che fuma. Non vogliamo caricare il divertissement di significati sociologici, ma sotto il divertimento e il gusto della parodia (quanti gelosi ci sono nel mondo dell’opera, e quel Tutto è fumo a questo mondo con il quale si conclude l’opera è un esplicito omaggio a Tutto nel mondo è burla del Falstaff verdiano) possiamo azzardare una micro battaglia femminista con Susanna che esce nonostante il marito non voglia e fuma come segno di emancipazione?

Tutt’altro clima nella disperata solitudine di una Donna che è stata lasciata e ha solo il telefono per rimanere in contatto con il suo ex: bugie, domande, richieste. Un monologo – indimenticabile Anna Magnani nel film di Rossellini del 1948 REGIO La voix– che scava nell’intimo di una donna abbandonata e disperata: “Ho il filo attorno al collo. Ho la tua voce attorno al mio collo” fino al finale “ Io ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”. Il ricevitore cade a terra.

 

Susanna Franchi