Arriva da Martina Franca, dal Festival della Valle d’Itria 2019, dove è stato applauditissimo, l’allestimento di Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, in scena al Teatro Regio dal 15 al 24 gennaio. Ne parliamo con Pier Luigi Pizzi che firma regia, scene e costumi.
Maestro Pizzi, è la prima volta che affronta questa opera?
«No, nel 1971 avevo disegnato scene e costumi per un allestimento con la regia di Sandro Sequi al Teatro Olimpico di Roma. Posso essere sincero? Trovai l’opera noiosissima! Così quando mi hanno proposto di metterla in scena a Martina Franca ho pensato che, trattandosi di una commedia, si poteva liberarla dalla paccottiglia di arredi rococò, parrucche e costumi d’epoca trasportandola ai giorni nostri, in un’abitazione del nostro tempo, con abiti contemporanei. Ho voluto un cast di giovani e ci siamo divertiti tutti moltissimo!»
Quello che lei firma è un allestimento che non cambia rispetto all’aperto di Martina Franca: siamo in casa di Gerolamo, che qui è un ricco mercante d’arte e che ha dei Fontana e dei Burri alle pareti come status symbol…
«Già nel cortile di Palazzo Ducale a Martina Franca era come se fossimo “al chiuso” nel senso che la scena era un grande contenitore, facile da adattare al palcoscenico del Regio. Si tratta di una macchina teatrale perfettamente costruita, di una comicità irresistibile, dove ci si diverte molto, il che non esclude i sentimenti che devono avere un loro spazio di autenticità».
Quindi ha rivalutato Cimarosa?
«Credo semplicemente di averne facilitato la comprensione. Io sono piuttosto un rossiniano, lo confesso, perché la sua cattiveria e la sua ironia mi coinvolgono maggiormente, ma devo riconoscere che Cimarosa sapeva comporre in modo straordinario e il suo talento per il teatro è indiscutibile».
Susanna Franchi