Che Natale sarebbe senza Lo schiaccianoci? È il momento giusto per permettere al magico e all’inspiegabile di entrare nelle nostre vite e regalarci stupore e meraviglia. Ecco allora il fantastico animarsi nei suoi aspetti poetici e spaventosi, l’immaginazione diventare viva e le ombre farsi luce in questo balletto romantico sospeso fra sogno e realtà.
La musica è quella indimenticabile di Pëtr Il’ič Čajkovskij, la coreografia e regia sono di Amedeo Amodio, le scene e i costumi sono di Emanuele Luzzati e gli interpreti sono i solisti e il corpo di ballo del Daniele Cipriani Entertainment con i primi ballerini del New York City Ballet.
È la vigilia di Natale. La piccola Clara riceve da un misterioso mago uno schiaccianoci a forma di soldatino. Si addormenta abbracciando il regalo e nella notte i giocattoli della stanza prendono vita, i soldatini sfilano in parata contro l’esercito dei topi, il mondo dei sogni si scontra con quello della realtà e la bimba si risveglia adulta. Niente è più come prima. L’adolescenza, rito di passaggio, spazza via la magia dell’infanzia e si oppone al mondo dei grandi, incapaci di aprirsi all’irrazionale.Animali, principi e fate non sono effetto di un sortilegio, ma della potenza dell’immaginazione di Clara, capace di accogliere il meraviglioso e svelare il misterioso nascosto nel quotidiano. Non resta che seguirla fra bambole e burattini, cigni e cavalli, carte e figure inquietanti un po’ lupi e un po’ spettri.
Il balletto si basa sul racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst T. Hoffmann (1816), andato in scena al Mariinsky di San Pietroburgo con coreografie di Marius Petipa nel 1892.
Questa versione è nata nel 1989 per Aterballetto, quando Amodio ne era il direttore. Amodio si è avvalso della collaborazione del grande Emanuele Luzzati, talento visionario e inconfondibile creatore di scene e costumi, forme e colori fra collage e citazioni. Insieme a loro Teatro Gioco Vita e la voce narrante di Gabriella Bartolomei.
«Ho voluto rimanere il più possibile fedele al racconto originale di Hoffmann – afferma Amodio – il mondo visto con gli occhi di una bambina, che conserva il senso della “realtà magica”, il fantastico presente nella realtà quotidiana, dove i confini tra il mondo dell’immaginario e il quotidiano sono così attenuati che, a volte, non sappiamo quale sia più vero e più concreto».
Lo spettacolo è ripreso in occasione del 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati. Il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio Giuseppe Verdi sono diretti da Claudio Fenoglio. Clara, portaci via con te. Questa notte è troppo bella per cedere alla paura e alla razionalità.
L’Orchestra del Teatro Regio è diretta da Alessandro Ferrari.
Francesca Rosso