Chi ha paura del Barocco?

Soqquadro Italiano è un ensemble fondato da Claudio Borgianni e Vincenzo Capezzuto. L’organico è variabile in relazione ai progetti e si va dai quattro musicisti, come in Who’s afraid of baroque? in scena al Teatro Vittoria per la stagione dell’Unione Musicale, ai ventiquattro impegnati nello spettacolo intitolato La Stravaganza. 

Claudio Borgianni, perché questo nome all’ensemble?
«Soqquadro è “mettere sottosopra”, creare confusione, portare scompiglio. Per noi significa guardare le cose da un punto di vista diverso». 

Che tipo di spettacolo vedrà il pubblico dell’Unione Musicale il 26 marzo?
«Who’s afraid of Baroque? è un viaggio all’interno del Seicento italiano, in quel dedalo che sono i dialetti italiani, un viaggio tra lazzi della commedia dell’arte, tra arie popolari e colte e improvvisazioni su bassi ostinati. Who’s afraid è un progetto che ormai portiamo in giro da anni in Germania, Russia, Spagna; per noi, il 26 marzo a Torino, sarà un po’ come tornare a casa». 

Cosa può dire il Barocco musicale al pubblico d’oggi?
«Ancora moltissimo. Per rendersi conto della grande vitalità di questo repertorio basta vedere la quantità di rielaborazioni che negli ultimi decenni sono state fatte partendo da Bach. Allo stesso modo Johann Sebastian ha influenzato i suoi contemporanei come i rockettari e i jazzisti d’oggi».

Il titolo del vostro spettacolo è Who’s afraid of Baroque?. Perché e chi spaventa il Barocco?
«Il titolo è un gioco di “risonanze” tra il teatro di prosa con il testo Who’s afraid of Virginia Woolf? di Edward Albee, la canzone tratta da I tre porcellini (Who’s afraid of the big bad wolf?) e Alessandro Stradella con Si salvi chi può che apre il concerto. Sembrerà strano, ma tutto è inaspettatamente collegato». 

Quale compositore barocco più si presta a essere riletto e reinterpretato? Perché?
«Sicuramente Bach, per la scrittura sempre densa e complessa, nella quale un musicista impegnato in un processo di rielaborazione può già trovare tutto, basta solo decidere cosa far emergere». 

Quali progetti futuri vi aspettano?
«Dopo un 2017 ricco di eventi che ci ha visti rappresentare a Istanbul lo spettacolo La Stravaganza insieme all’Orchestra Camerata Strumentale Città di Prato e il debutto del nuovo progetto dedicato a Schubert, legato anche all’uscita anche del nostro nuovo disco, il 2018 ci vedrà impegnati su due fronti: da una parte i vari tour internazionali (Spagna, Svizzera, Russia) e a settembre la messa in scena del nostro nuovo progetto dedicato alla musica di Johann Sebastian Bach».

Paolo Cascio