Con Bach “e dintorni” Francesco Corti apre la serie L’Altro Suono dell’Unione Musicale

Lo abbiamo ascoltato recentemente al Lingotto quale clavicembalista dell’Ensemble Zefiro nei Concerti Brandeburghesi di Bach, apprezzandolo soprattutto nel Quinto, dove si è espresso magistralmente in quella lunga sezione che il compositore ha voluto dedicare a questo strumento. E proprio a Bach “e dintorni” egli dedica il concerto del prossimo lunedì 7 febbraio 2022 (Teatro Vittoria, ore 20) che inaugura la serie L’altro suono dell’Unione Musicale, incentrata sul repertorio antico e barocco.

Stiamo parlando di Francesco Corti, clavicembalista, organista e direttore, attualmente docente presso l’istituto di ricerca sulla musica antica Schola Cantorum di Basilea, fondata dallo svizzero Paul Sacher, mecenate di tanti compositori del Novecento. Primo premio assoluto al Concorso Johann Sebastian Bach di Lipsia (nel 2006), Corti è una figura di spicco nel panorama della musica barocca, invitato nei più prestigiosi festival di musica antica in Europa, Stati Uniti, Canada, America Latina, Estremo Oriente, Nuova Zelanda. Eccellente esecutore come solista, in formazioni da camera e in ensemble più ampi, dirige Les Musiciens du Louvre e dal 2018 è direttore ospite principale dell’orchestra il Pomo d’Oro, con cui ha pubblicato i primi due volumi dell’integrale dei Concerti di Bach per tastiera per la casa discografica Pentatone.

Comprendere a fondo – e interpretare – un autore, andando oltre la partitura, contestualizzandola e calandola nel periodo storico in cui è stata composta: questo il lavoro di Francesco Corti, che nel concerto del 7 febbraio ci presenta quindi un Bach visto da angolazioni diverse: nella versione intima e casalinga delle Suites francesi (n. 4 e n. 5 in programma), “danze alla moda” le cui prime versioni fanno parte del Clavier-Büchlein (1722), l’album in cui il compositore scriveva brani che permettessero alla neo sposa Anna Magdalena di esercitarsi alla tastiera. Oppure nella veste di impareggiabile collaudatore d’organi e di sperimentatore di strumenti a tastiera, come il clavicembalo-liuto, per il quale scrisse il Preludio, Fuga e Allegro BWV 998, oggi eseguibile con il clavicembalo o con il liuto.

È un Bach visto anche attraverso pagine di musicisti e compositori di cui studiò a fondo le musiche, alcune delle quali contenute in due manoscritti antologici della famiglia Bach; musicisti che ebbero profonda influenza sulla sua vita professionale e sul suo stile: Georg Böhm (di cui ascolteremo il Preludio fuga e postludio in sol minore), organista presso la Johanneskirche di Lüneburg che il giovane Bach frequentò come cantore, e Johann Kuhnau, che diede una notevole spinta in avanti alla tecnica clavicembalistica (in programma la n. 4 delle Rappresentazioni musicali di alcune storie bibliche) e che precedette Bach nel prestigioso incarico di Cantor presso la Thomaskirche di Lipsia. E ancora Heinrich Scheidermann, abile collaudatore di organi e, come dimostra la sua Pavana Lachrymae d’après Dowland WV 106, importante anello di congiunzione tra i migliori compositori per organo della generazione del XVII secolo nella Germania del nord e Bach stesso.

La famiglia Bach sarà ancora al centro dell’attenzione nel secondo concerto della stagione, lunedì 7 marzo, in cui l’ensemble La Belle Noiseuse eseguirà musiche di Carl Philipp Emanuel Bach, rappresentante del cosiddetto Empfindsamer Stil, ovvero quello “stile sentimentale” che nel corso del Settecento vuol rendere musicalmente la contrapposizione di umori, passioni e temperamenti, come dimostra, con i suoi continui cambi metrici, agogici e dinamici, uno dei brani in programma, la Sonata a tre Dialogo tra Sanguigno e Melancolico.

Facciamo un salto indietro nel XVI secolo, quando i compositori iniziarono a sentire l’esigenza di rendere in musica il “sentire gli affetti della parola”. Come in un’Accademia rinascimentale, con atmosfera riservata e cantanti che si muovono in scena, RossoPorpora Ensemble, sotto la direzione di Walter Testolin, lunedì 4 aprile ci proporrà una serata all’insegna del madrigale, dal titolo Il Po si veste – Madrigali lungo il grande fiume, nella quale ascolteremo pagine dei maggiori madrigalisti dell’epoca operanti in Italia, da Cipriano de Rore a Monteverdi.

E lunedì 9 maggio, per chiudere una stagione che copre tre secoli di storia della musica, con i fiati dell’Orchestra Theresia, un gruppo di giovani musicisti che vantano studi musicali su strumenti antichi presso le migliori istituzioni di musica antica europee, ascolteremo due capolavori del periodo classico: la Serenata in do minore “NachtmusikK. 388 di Mozart e l’Ottetto in mi bemolle maggiore op. 103 di Beethoven; brani che, pur appartenenti al genere di intrattenimento, per tonalità, struttura formale e trattamento strumentale aprono all’espressione soggettiva e a nuovi orizzonti musicali.

Donatella Meneghini