Per lo scrittore Jorge Luis Borges la domenica era odore di caffè, giornali e noia. Quanti sottoscriverebbero la sua definizione… Per l’Unione Musicale, invece, è il giorno in cui dare spazio alle proposte più originali. Quest’autunno, infatti, il ciclo Didomenica dell’Unione Musicale comprende otto concerti diversissimi e sorprendenti, ospitati al Teatro Vittoria. In modo da garantire a tutti gli interessati un posto in sala nel rispetto delle attuali norme sul distanziamento sociale, ogni esibizione è programmata alle ore 15 e poi replicata alle ore 18.
Il primo appuntamento, domenica 18 ottobre, con lo spettacolo Amata immortale s’inserisce idealmente nelle celebrazioni per il 250° anniversario della nascita di Beethoven. Il geniale maestro tedesco, che aspirava a comunicare con l’intera umanità attraverso la sua musica, aveva in realtà una spiccata pudicizia emotiva e un carattere difficile che complicava i suoi rapporti con amici e parenti. Su molti aspetti della sua vita sentimentale, dunque, non ci sono notizie certe ma tante ipotesi: ad esempio, una fitta nebbia avvolge la vera identità dell’“amata immortale”, la donna a cui Beethoven indirizzò una serie di tre lettere palpitanti d’amore. Sul palco del teatro Vittoria, l’attore Renato Carpentieri, insieme alla violinista Patrizia Bettotti e al pianista Andrea Dindo, proveranno a risolvere questo giallo musicologico-sentimentale.
L’indagine sarà condotta intrecciando letture dal romanzo Amata immortale di James Ellison (nell’adattamento teatrale di Maria Antonietta Centoducati) ai movimenti della Sonata a Kreutzer. Questo pezzo non è stato scelto solo per la sua indiscussa bellezza, ma anche perché è associato a un episodio curioso della biografia intima dell’autore. Il primo dedicatario della sonata era il violinista Bridgetower, il quale ebbe la pessima idea di fare un commento fuori luogo su una fanciulla di cui Beethoven era invaghito. Il compositore si offese a morte: stralciò la dedica e non rivolse più la parola al violinista.
L’agenda di Didomenica prosegue il 25 ottobre con il Quintetto Bislacco, un ensemble che combina strumenti ad arco e a pizzico, serietà esecutiva e gag irriverenti, per un’esperienza d’ascolto inedita. Nel programma, grandi capolavori del repertorio classico s’intrecciano a pezzi appartenenti ad altri orizzonti musicali.
L’8 novembre si esibirà la pianista croata Martina Filjak con una selezione di pagine di Haydn e di Liszt. La settimana successiva (domenica 15 novembre) sarà la volta dell’Ensemble Seta, un trio composto da pianoforte, oboe e fagotto; gli interpreti trasporteranno il pubblico negli affascinanti salotti musicali del secondo Ottocento grazie a una serie di pezzi di esecuzione piuttosto rara, concepiti proprio per quegli ambienti.
Il 22 novembre il Quartetto Werther farà irrompere il repertorio sinfonico al Vittoria con l’esecuzione di una trascrizione della Sinfonia “Eroica” di Beethoven; completerà il programma una composizione giovanile di Mahler. A fine mese (domenica 29 novembre) avrà come protagonista l’eclettico Antonio Ballista che interpreterà al pianoforte la sua personale “Hit parade”, spaziando dall’opera, al jazz, al pop.
Dicembre (domenica 6) si apre con la fisarmonica di Pietro Roffi e il pianoforte di Alessandro Stella; i due strumenti “canteranno” musiche provenienti da epoche e latitudini lontanissime, come l’aria Sposa son disprezzata di Vivaldi, la Cantilena di Villa-Lobos e il Vocalise di Rachmaninov.
Il 13 dicembre, per l’ultimo appuntamento di Didomenica 2020, il gruppo vocale Italian Harmonists, accompagnato dal pianista Jader Costa, dimostrerà che così come gli strumenti possono cantare, i cantanti possono “suonare”. Il gruppo proporrà alcune pagine strumentali (come la sinfonia dal Nabucco) in adattamenti insoliti quanto avvincenti; completeranno il programma Lieder, canzoni e arie in trascrizioni per piccolo coro e pianoforte.
Liana Püschel