Nelson Goerner: uno chopiniano doc all’Unione Musicale
Debutta nella Stagione dell’Unione Musicale il pianista argentino Nelson Goerner,
protagonista del recital di mercoledì 9 novembre 2022 presso il Conservatorio
Giuseppe Verdi di Torino, alle ore 20.30.
«Pianista stratosferico e musicista puramente geniale» (“ResMusica”), Nelson Goerner è
nato nel 1969 a San Pedro, nello stato di Buenos Aires, ed è riconosciuto come uno dei
più autorevoli pianisti della sua generazione. Grazie alla vittoria, giovanissimo, del
Concorso Liszt di Buenos Aires e al sostegno di Martha Argerich, ha ottenuto una borsa di
studio che gli ha permesso di arrivare in Europa, dove si è perfezionato con Maria Tipo al
Conservatorio di Ginevra. Nel 1990 ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di
Ginevra, affermazione che ha dato avvio alla sua carriera internazionale.
Chopiniano doc, le sue interpretazioni sono elogiate per la «capacità di raggiungere
sublimi vette di poesia, unite a una magistrale ed esaltante incisività» e vanta un lungo
sodalizio con lo Chopin Institute di Varsavia, dove è membro della commissione artistica.
Per l’etichetta discografica dello Chopin Institute ha pubblicato diversi cd con repertorio di
raro ascolto, pluripremiati dalla critica.
All’insegna del Romanticismo il programma del concerto, dove in apertura spiccano le 4
Ballate dell’amato Chopin: «C’è una grande quantità di struttura nella musica di Chopin –
ha affermato Goerner in un’intervista – e penso sia fondamentale cogliere questa struttura per arrivare al significato della sua musica».
Nella seconda parte del concerto si potranno ascoltare gli Studi Sinfonici op. 13, in cui
Schumann accoglie la forma classica del tema con variazioni piegandole alle esigenze
espressive del suo tempo: una musica romantica al mille per mille e una rivisitazione della
forma dello studio, che da brano puramente didattico, di bravura e senza aspirazioni
poetiche, sale al rango di vero e proprio genere da concerto. «Quando affronto Schumann
– afferma ancora Goerner – penso soprattutto all’amore che lui e altri grandi maestri
romantici avevano per la musica di Bach e dei classici. Quindi il mio approccio nei
confronti di questo repertorio è più di continuità che non di rottura con il passato».
All’Unione Musicale due giovani fuoriclasse: Ettore Pagano e Maya Oganyan
Con il concerto di sabato 12 novembre 2022 (ore 20) prosegue la serie NEXT GENERATION dell’Unione Musicale, pensata per valorizzare gli astri nascenti del concertismo, quei nomi che nel prossimo futuro – ci scommettiamo! – saranno protagonisti della scena musicale internazionale.
In questo appuntamento i riflettori del Teatro Vittoria saranno puntati su due giovanissimi
fuoriclasse: il violoncellista Ettore Pagano (19 anni) e la pianista Maya Oganyan (17 anni), che si sono conosciuti nel corso delle masterclass estive dell’Accademia Chigiana di Siena. «L’idea del nostro duo è nata anche grazie al maestro Mario Brunello – ci hanno raccontato – e quello a Torino sarà il nostro primo concerto insieme!»
Ettore Pagano è uno dei più promettenti giovani violoncellisti italiani. Dal 2013 ad oggi ha vinto una quantità impressionante di primi premi in concorsi nazionali e internazionali, tra i quali i recentissimi riconoscimenti (primo premio, premio per la migliore Sonata e altri due premi speciali) al XVIII Kachaturian International Competition, in Armenia.
Nonostante la giovanissima età Pagano ha le idee ben chiare sul suo percorso di musicista. Ha dichiarato infatti: «Il talento non è nulla senza la testa e la volontà di migliorare. Le difficoltà fanno semplicemente parte di un sano percorso di miglioramento di ognuno di noi, e in questo percorso la fiducia in sé stessi è fondamentale. La fiducia si costruisce all’interno di noi stessi: finché intervengono agenti esterni (critiche, complimenti, esaltazioni, insulti, ecc.) il nostro stato mentale sarà sempre dipendente da qualcosa. La cosa più importante invece è star bene con sé stessi e trovare il proprio baricentro, qualsiasi sia il percorso che si intraprende». Al pianoforte siederà Maya Oganyan, nata a Mosca ma trasferita nel 2011 a Venezia dove attualmente vive e studia. Anche lei è vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali e si esibisce già per prestigiose realtà musicali italiane, tra le quali il Teatro La Fenice di Venezia e i Concerti del Quirinale a Roma. Per il loro debutto nella stagione dell’Unione Musicale i due artisti presentano un programma di grande fascino, con alcune delle pagine del repertorio più amate dai violoncellisti: la Sonata in la minore di Edvard Grieg, la Toccata op. 83 di Mario Castelnuovo-Tedesco e la celeberrima Sonata in la maggiore di César Franck.
Fröst, Tamestit e Wosner: un trio stellare nel cuore della musica da camera
La musica da camera è da sempre il “cuore” dell’Unione Musicale e il concerto di
mercoledì 16 novembre (Conservatorio Giuseppe Verdi – ore 20.30) ne è uno degli
esempi più rappresentativi: un incontro tra tre solisti di fama internazionale, provenienti da
paesi diversi, a conferma che la musica è un linguaggio universale che trascende gli idiomi
nazionali.
Protagonisti sono lo svedese Martin Fröst, artista dalla personalità dirompente e uno dei
clarinettisti più richiesti al mondo, il violista francese Antoine Tamestit, vincitore di premi
come l’ARD di Monaco, il Borletti-Buitoni e il Credit Suisse Young Artist Award e il
pianista israeliano Shai Wosner, apprezzato per le sue interpretazioni che riflettono un
alto livello di virtuosismo e di curiosità intellettuale.
L’affiatamento tra questi tre grandi musicisti è sorprendente, consolidato da molti anni di
collaborazioni, sia in trio sia in vari ensemble da camera. Il concerto di Torino all’Unione
Musicale è l’ultima tappa di una tournée europea che tocca Londra (Wigmore Hall), Vienna
(Konzerthaus), Amburgo ed Essen.
Il programma si apre con il celebre Trio “dei birilli” di Mozart, brano che i tre artisti hanno
eseguito con successo in svariate occasioni, come si evince da una recensione del loro
concerto al Lincoln Center di New York: «In Mozart è impressionante la chimica che si è
creata tra loro: l’esecuzione di Tamestit è ricca, robusta e piena di dramma, quella di Fröst
è meravigliosamente leggera e intima e, con il tocco avvolgente di Wosner, l’ensemble ha
messo insieme una fantastica esecuzione del brano».
Per il resto del programma, totalmente dedicato al repertorio romantico, il pianista Shai
Wosner ha realizzato gli arrangiamenti per clarinetto, viola e pianoforte di capolavori di
Fauré e Brahms che esaltano – come tutti i trattati di orchestrazione possono testimoniare
– l’amalgama perfetto di questi tre strumenti. Sui leggii il Trio op. 120 di Fauré e il Trio op.
114 di Brahms (originariamente scritti per il violoncello) e i due Gesänge op. 91 composti
da Brahms per contralto e pianoforte con viola obbligata.