«Ci piace che alla base delle nostre esecuzioni ci sia fondamentalmente il rispetto per gli autori, per questo lo studio delle fonti, la ricerca e l’attenzione verso le prassi esecutive antiche sono la premessa ineludibile».
Ecco, in poche parole, i presupposti su cui si fonda il lavoro de L’Archicembalo, ensemble nato nel 2000 dal desiderio di Marcello Bianchi e Daniela Demicheli, di creare una realtà dedita a esecuzioni “storicamente informate” del repertorio che va dal Barocco al primo Classicismo.
L’ensemble è costituito da musicisti di fama internazionale che svolgono attività concertistica in Italia e all’estero e, fin dall’anno della sua formazione, è stato ospite di importanti stagioni, rassegne e festival musicali di tutta Europa.
Particolarmente impegnato nella diffusione del repertorio italiano del Sei-Settecento, L’Archicembalo ha rivolto il suo interesse soprattutto all’opera di Antonio Vivaldi, e ha al suo attivo un ambizioso progetto discografico che prevede la pubblicazione integrale dei Concerti e delle Sinfonie per archi e continuo del Maestro veneziano (di prossima uscita, edito dall’etichetta Brilliant). Tanto Vivaldi anche nel programma che L’Archicembalo presenterà al Teatro Vittoria, lunedì 18 marzo, per il suo primo concerto in una stagione dell’Unione Musicale: «Dopo tanto lavoro su Vivaldi, affermano i musicisti dell’ensemble, la proposta di un programma che contenesse alcune fra le sue composizioni che più amiamo era quasi d’obbligo. La scelta di accostarlo a Händel è nata dal “modo” di comporre del “caro Sassone”, che avendo a lungo soggiornato a Venezia, Roma, Firenze e Napoli, ben conosceva le pratiche strumentali dei Maestri Italiani, decisive per l’evoluzione del suo stile». (unione musicale)