Camera delle meraviglie: un nuovo format per far conoscere e amare la musica.
Intervista a Cecilia Fonsatti

Sabato 9 novembre l’Unione Musicale battezza un nuovo format dal titolo Camera delle meraviglie, realizzato in collaborazione con il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. Sull’ascolto dal vivo del repertorio cameristico e sul dibattito a tu per tu con i musicisti si fonda il progetto voluto fortemente dall’Unione Musicale. La direttrice Cecilia Fonsatti ci racconta nel dettaglio i contenuti della prima edizione.

Cosa troveremo dentro questa Camera delle meraviglie?
«Si tratta di un ciclo di sei appuntamenti con cadenza biennale (proseguirà anche nella stagione 2020-2021) in cui vengono proposti alcuni dei capolavori cameristici dei big della musica classica (Mozart, Ravel, Schubert, Beethoven, Brahms, Čajkovskij), eseguiti integralmente e poi raccontati da un “mediatore” che ne svela caratteristiche, segreti e aneddoti, interagendo con il pubblico, che viene chiamato a partecipare attivamente al dibattito, insieme ai musicisti. Non si tratta quindi di una lezione-concerto, e sarà ben più di una semplice guida all’ascolto. In realtà cosa sarà davvero lo scopriremo a posteriori; gli ingredienti sono questi, ma il margine di imprevedibilità dell’interazione tra “presentatore” e pubblico determinerà concretamente la natura del format».

Secondo lei la musica classica ha bisogno di rinnovare i modi in cui viene fruita? È finito il tempo del concerto frontale tradizionale?
«È nostra convinzione che il modello tradizionale sia ancora forte, per i più esperti e per gli appassionati. Tuttavia ci rendiamo conto che la musica da camera è un ambito “di nicchia”, di non immediata o facile fruizione (a differenza dell’opera lirica o della musica sinfonica). Quindi, nell’ottica di ampliare, diversificare e coltivare il “pubblico di domani”, abbiamo arricchito la nostra attività inserendo, accanto ai concerti più tradizionali – che rimangono il cuore della nostra identità – attività nuove, per contenuti, modalità di fruizione e destinatari, che avvicinino la musica da camera a coloro che la considerano seria, troppo difficile, noiosa, irraggiungibile.
La società è molto cambiata, così come la comunicazione e l’intrattenimento: per continuare a essere attori culturali competitivi è indispensabile interpretare il cambiamento anche mettendosi in discussione, senza mai perdere di vista la qualità e la natura propria del nostro lavoro. Avvicinare sempre di più la cultura e i cittadini credo sia uno dei compiti dei professionisti del settore, a qualunque livello».

Avere qualcuno che “racconti” e spieghi il repertorio di volta in volta eseguito abbatte le barriere col pubblico?
«Noi riteniamo funzioni proprio così, e la maggior parte delle nostre iniziative proiettate in questa direzione ce ne hanno dato conferma. Il maestro Antonio Valentino – ottimo didatta di musica da camera e pianista torinese, fondatore del Trio Debussy – sarà il “mediatore” di Camera delle meraviglie. In altre occasioni ha dimostrato una spiccata predisposizione al dialogo con il pubblico, una grande empatia, e una passione che riesce a trasmettere in modo travolgente: inevitabile coinvolgerlo anche in questo nuovo progetto!»

Come avete scelto il repertorio per questi sei concerti?
«Abbiamo selezionato alcune delle composizioni più celebri per organico dal quintetto in su, ovvero quei capolavori della musica da camera per ensemble corposi che è più raro incontrare nei cartelloni delle stagioni concertistiche, e che al contempo permettono di viaggiare in diversi gloriosi periodi della storia della musica, valorizzando le varie famiglie di strumenti (archi, pianoforte, fiati etc.)».

A quale target si rivolgono?
«Il format è pensato per tutti (forse a esclusione dei piccolissimi, per i quali proponiamo altri progetti mirati): appassionati ed esperti, giovani, studenti, famiglie con ragazzini, neofiti. La miscela degli ingredienti – qualità artistica, durata, momento di dialogo col pubblico, informalità della formula, politica dei prezzi, giorno della settimana, orario – incontra le esigenze di ogni tipo di pubblico».

Come si inserisce questo nuovo progetto nel ventaglio complessivo di offerta dell’Unione Musicale?
«Camera delle meraviglie è un anello di congiunzione tra le proposte più sperimentali e divulgative (laboratori, teatro per ragazzi, proposte per le scuole, miniconcerti) e il concerto tradizionale.
Ma è anche un’occasione per far salire sul nostro palcoscenico i migliori studenti delle classi di musica da camera e di quartetto del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, con l’obiettivo di valorizzare anche la qualità artistica potenziale del territorio.
Ed è soprattutto un invito per chi ha sempre guardato la musica classica da lontano, con diffidenza: venite al Teatro Vittoria e fatevi accompagnare alla scoperta della musica da coloro che la amano di più: i musicisti!»

Biagio Scuderi