La prima volta a Torino di Natalie Clein, stella britannica del violoncello

L’ampia offerta concertistica che l’Unione Musicale propone nel periodo primaverile si impreziosisce di un’autentica perla: mercoledì 12 maggio (Conservatorio, ore 20) a regalare forti emozioni sarà il violoncello di Natalie Clein, impegnata in un omaggio a Beethoven, Britten e Šostakovič, in duo con la pianista Marianna Shirinyan.

Parliamo di artisti e repertori il cui valore s’imporrebbe anche senza bisogno di cornici. Eppure, in un momento come questo, è impossibile non cogliere la carica di positività e di coraggio che simili concerti implicitamente esprimono. L’andamento imprevedibile della pandemia, le mutevoli restrizioni sulla capienza delle sale, le difficoltà nel gestire collaborazioni internazionali, il pubblico ancora un po’ disorientato: tutte queste condizioni renderebbero più che comprensibile un atteggiamento di compromesso. Ma l’Unione Musicale ha scelto, invece, di affrontare le sfide a suo modo: giocando in attacco e alzando, ancora una volta, la posta sul banco. Sì, perché la programmazione del periodo aprile-luglio sorprende, tanto per il numero di appuntamenti (ben 42, quasi a voler rincorrere i lunghi mesi di forzato silenzio), quanto per la qualità artistica, sempre di prima grandezza e in linea con gli standard cui l’istituzione ci ha da tempo abituati.

Tra questi si segnala il concerto della violoncellista britannica Natalie Clein, che arriva per la prima volta sul palcoscenico del Conservatorio. Clein aveva 16 anni quando, nel 1994, vinse il premio “Young musician of the year” della BBC, eseguendo il concerto di Elgar (una gloria nazionale, per lei, nata nel Dorset, Inghilterra). Da allora la sua carriera è stata tutta in crescendo, sotta la stella di quella verve appassionata che da sempre la guida. Attualmente si divide tra esperienze solistiche con grandi orchestre, collaborazioni cameristiche e insegnamento (è docente al Royal College of Music di Londra e alla Music Academy di Rostock). La sua istintiva capacità comunicativa traspare, oltre che ovviamente dalle esecuzioni, anche dal modo di raccontarsi. La videointervista della serie “Cello unwrapped” realizzata da Kings Place, ad esempio, ci dà modo di ascoltare le sue riflessioni a tutto campo: il violoncello come parte del proprio corpo, il suono come respiro, il rapporto peculiare con Bach, ma anche con altri compositori come Bloch e Ligeti.

In duo con la pianista armeno-danese Marianna Shirinyan, eseguirà un programma di grande raffinatezza, intimità ed espressività, che prevede la Sonata op. 65 di Britten e la sonata op. 40 di Šostakovič. Prezioso anche l’omaggio a Beethoven, con la Sonata op. 102 n. 1, nel 250° anniversario dalla nascita del genio di Bonn.

Lorenzo Montanaro