Chi conosce e segue l’Unione Musicale sa bene quanto l’attenzione ai giovani musicisti sia uno degli obiettivi che la contraddistinguono. Da Maurizio Pollini a Daniil Trifonov, passando per Salvatore Accardo, Mario Brunello e Andrea Lucchesini, sono stati tanti i nomi che l’Unione Musicale può vantarsi di aver scoperto o aiutato ad emergere nel corso di più di settant’anni di attività.
La stagione concertistica 2021/2022 prosegue questa tradizione con molte iniziative e molti concerti: tra questi, segnaliamo la serie Next Generation: quattro appuntamenti, distribuiti tra febbraio e maggio, con alcuni giovani interpreti vincitori di prestigiosi concorsi internazionali. Tutti e quattro i concerti si terranno al Teatro Vittoria alle ore 20 (tra l’altro a prezzi più che abbordabili: biglietto intero a €10, ridotto a €5 per i giovani fino a 21 anni).
Il primo concerto, di sabato 12 febbraio, avrà per protagonista il pianista Filippo Gorini (che sostituisce il Quartetto Esmé annunciato originariamente). Vincitore nel 2015 del Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn, dove ha ricevuto due premi del pubblico, Gorini certamente è uno dei più interessanti talenti della sua generazione. Il programma che porta all’Unione Musicile è vario e impegnativo: si parte con la Sonata op. 110 di Beethoven, cui seguiranno la Fantasia in fa minore op. 49 di Chopin e le Sette fantasie per pianoforte op. 116, che sono una delle composizioni di Brahms che si ascoltano più raramente in concerto.
Su tutto spicca la prima esecuzione italiana del brano Sonata d’Altura del quarantenne compositore milanese Federico Gardella.
Si prosegue sabato 5 marzo con il duo di chitarre formato da Davide Giovanni Tomasi e Marco Musso, vincitori di importanti concorsi e già ospiti di varie sale da concerto italiane ed europee. È noto che lo strumento non ha moltissime pagine nel repertorio classico: numerose sono invece le trascrizioni e il programma ne sarà un compendio, con pagine tratte dal repertorio pianistico sul confine tra Ottocento e Novecento. C’è di nuovo Debussy (estratti dai due libri di Préludes, Rêverie, Arabesque n. 1), c’è Ravel (Sonatine) e c’è la nazione che il timbro della chitarra evoca più di tutte: la Spagna, con Álbeniz (estratti da Iberia, Suite Española, Cantos de España).
Il terzo concerto si terrà il 2 aprile e presenterà al pubblico due musicisti: il più “vecchio” ha 24 anni ed è un pianista torinese di nome Claudio Berra, il più giovane ne ha 22, si chiama Francesco Stefanelli e suona il violoncello. Entrambi posseggono un curriculum impeccabile, con studi al Conservatorio di Torino per il primo, e all’Accademia Chigiana per il secondo. Entrambi sono sostenuti dall’Associazione De Sono, ed entrambi sono già vincitori di premi e concorsi in giro per l’Europa. Questo brillante duo eseguirà due Sonate che non si potrebbero immaginare più distanti, almeno in apparenza: quella di Chopin e quella di Prokof’ev.
La serie si chiuderà sabato 21 maggio con un pianista che ritorna a esibirsi al Teatro Vittoria: il siciliano Alberto Ferro. Dal 2015 a oggi ha vinto vari premi in vari concorsi, dal “Busoni” di Bolzano al Premio Venezia, senza dimenticare alcune competizioni europee, ultima delle quali il prestigioso Concorso “Chopin” di Varsavia, in cui è stato da poco selezionato tra i finalisti. Il programma, tutto italiano, comincia con Domenico Scarlatti e va rigorosamente in ordine cronologico fino a Emanuele Casale, compositore di oggi che per la sua musica si ispira agli elementi naturali e ai paesaggi della nativa Sicilia.
Luca Siri