Quattro fuoriclasse per l’inaugurazione dell’Unione Musicale

Da quando la musica strumentale ha conquistato una sua autonomia e una sua dignità, la produzione cameristica ha a sua volta acquisito sempre maggiore importanza, finendo per caratterizzarsi come un vero e proprio banco di prova per tutti i compositori. Anche per quei compositori, come Gustav Mahler e Richard Strauss, che hanno dedicato ben poco spazio alla letteratura cameristica nella loro carriera, concentrando le loro forze altrove.

Averli messi a confronto in un unico programma cameristico sarebbe già di per sé un merito da ascrivere al quartetto composto da Hyeyoon Park e Timothy Ridout (rispettivamente violino e viola), Kian Soltani al violoncello e Benjamin Grosvenor al pianoforte, che, mercoledì 6 ottobre (Conservatorio, ore 20.30), inaugurerà la stagione dell’Unione Musicale.

Mahler e Strauss: due maniere di leggere la crisi della modernità. Mahler e Strauss: due interpreti acuti e impietosi di un passaggio epocale, come quello che ci ha portato dal XIX al XX secolo. Mahler e Strauss: due compositori che hanno messo in luce con particolare efficacia le diverse motivazioni, ideologiche ed estetiche, di una trasformazione irreversibile, le cui avvisaglie erano già risuonate negli anni del primo romanticismo. Peraltro, tanto il Quartetto di Mahler, quanto quello di Strauss, sono opere giovanili.

Gustav Mahler compone il suo ancora adolescente intorno al 1876. Ha quindici o sedici anni. Frequenta il primo anno del Conservatorio a Vienna. Il che forse spiega perché non sia andato oltre il primo movimento. Primo e unico – del Secondo ci ha lasciato solo un accenno –, molto ben strutturato però, pagina che esprime con forza e convinzione turbamenti ed emozioni di un giovane di fine Ottocento.
Richard Strauss ha vent’uno anni, quando, nel 1885, porta a termine il suo Quartetto op.13. E le idee chiare: consegna ai posteri una partitura in quattro movimenti, che già all’epoca fu paragonata a quelle del miglior Brahms. Una partitura solida, dunque, nella quale emergono quelli che saranno i caratteri distintivi dello Strauss compositore maturo. Schumann, infine, compone il Quartetto op. 47 nel 1842, in un periodo particolarmente felice della sua produzione. Sono gli anni in cui videro la luce i tre Quartetti op. 41, il Quintetto op. 44 e i Phantasiestücke op. 88, oltre ad un significativo numero di Lieder.

Che Park, Ridout, Soltani e Grosvenor – il loro debutto in quartetto avvenuto nel 2019 al Festival di Evian – abbiano voluto completare il programma con Schumann testimonia l’esercizio di una mirata volontà di coerenza, attestata nel solco dell’estetica romantica.

Fabrizio Festa