C’è grande attesa per il ritorno di Radu Lupu a Torino: sono infatti quasi sei anni che manca da una stagione dell’Unione Musicale (l’ultima apparizione risale a ottobre 2012).
Antidivo per eccellenza, ascetico e metafisico, nell’era del divismo esasperato Lupu non concede interviste, rarissimamente entra in sala di incisione (la sua discografia non supera i 20 cd), considera ogni suo concerto un momento irripetibile da vivere in simbiosi con il pubblico. Un uomo che è stato definito “un mistero”, chiuso in un riserbo proverbiale che si riflette nelle sue interpretazioni intimiste, nel suo tocco morbido e leggero, nella sua mano che corre sulla tastiera e sembra sfiorarla anche nei fortissimi. In lui convivono compostezza e fuoco interiore, rigore e ispirazione: un artista mai banale, che sorprende sempre, anche per quel suo aspetto un po’ selvatico e tenebroso che cela in realtà un animo immensamente gentile.
Il “grande solitario della musica” sarà all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto mercoledì 21 marzo con un impegnativo programma interamente dedicato a Schubert, uno degli autori prediletti (insieme a Mozart, Beethoven e Brahms), che lo hanno accompagnato nel corso della sua straordinaria carriera. Per il pianista sarà l’occasione per immergersi nuovamente nella più recondita poetica del compositore austriaco e siamo sicuri che saprà regalare, ancora una volta, tanta emozione e commozione al pubblico.