Rispetto e pazienza. La ricetta del successo del Quartetto Hagen

«Una volta – racconta Rainer Schmidt, secondo violino del Quartetto Hagen – stavamo suonando a Tokyo il Quartetto op. 131 di Beethoven che è formato da sette movimenti da eseguire senza soluzione di continuità. Durante il movimento finale una delle corde del mio strumento si ruppe, con un botto incredibile. Decisi comunque di continuare a suonare utilizzando le altre corde, e quindi trasportando la musica un’ottava più in basso o più in alto, in modo da poter concludere il pezzo nonostante tutto. I miei soci mi dissero che avevo fatto la scelta giusta».
Questo aneddoto dice molto del Quartetto Hagen. Non solo riguardo all’indiscussa abilità tecnica e alla consapevolezza storico-interpretativa, ma anche riguardo alla profonda intesa umana che li lega, un bene prezioso che si è consolidato in ben 37 anni di carriera, fatta di piccole grandi scelte da prendere insieme ogni giorno. A chi chiede loro come prendono le decisioni in materia di interpretazione musicale, gli Hagen rispondono: «È fondamentalmente un processo democratico in cui si deve andare d’accordo con la visione della maggioranza. Avere rispetto è fondamentale. Anche se uno di noi non è d’accordo, deve rispettare la visione degli altri. Se poi l’idea che nutre è davvero forte, si può ritornare sull’argomento in un’altra occasione».
Rispetto e pazienza. È questa la ricetta per una lunga carriera insieme, da sempre vissuta ad altissimi livelli.
All’inizio erano quattro fratelli, bravissimi e affiatati, cresciuti in una famiglia di musicisti di Salisburgo: ai violini Lukas e Angelika (sostituita nel 1987 Rainer Schmidt), alla viola Veronika e Clemens al violoncello. Una serie di premi in concorsi di musica da camera e un contratto discografico esclusivo con Deutsche Grammophon (che ha prodotto una quarantina di loro cd) hanno segnato i primi anni, dando l’opportunità al gruppo di farsi strada nel vastissimo repertorio per quartetto d’archi. Di quegli anni gli Hagen ricordano come pietre miliari del loro percorso le collaborazioni con personalità artistiche come György Kurtág e Nikolaus Harnoncourt, così come le collaborazioni con artisti come Maurizio Pollini, Mitsuko Uchida, Sabine Meyer, Krystian Zimerman, Heinrich Schiff e Jörg Widmann.
Grazie a un eccellente mix di qualità umane e musicali, oggi i quattro ragazzi di Salisburgo sono diventati uno dei quartetti d’archi leader al mondo, guardati da molti giovani cameristi come punto di riferimento assoluto in termini di qualità del suono, varietà stilistica, eccellenza dell’assieme e apertura verso la musica di oggi che continuano a commissionare.
È bello sapere che come insegnanti al Mozarteum di Salisburgo e alla Hochschule di Basilea, così come nelle masterclass internazionali, gli Hagen stanno trasmettendo ai colleghi più giovani il loro grande patrimonio.
Li aspettiamo al Conservatorio mercoledì 21 febbraio!