Trii e quartetti da Johannes Brahms a Silvia Colasanti

Brahms e la musica da camera, un connubio profondo e denso, fatto di poesia e riflessione, un percorso che affonda nelle radici del romanticismo tedesco. Il secondo appuntamento con l’integrale dei Trii del compositore tedesco, propone due pagine lontane eppur legate da un intimo fil rouge. Il Trio op. 8 (per violino, violoncello e pianoforte) è caratterizzato per l’estroversa esuberanza dei temi e una freschezza giovanile che tanto entusiasmo avevano suscitato per questa pagina, composta da un Brahms ventenne. I quattro movimenti scorrono di getto rispettando un’architettura che rende omaggio ai grandi capolavori del passato, aprendo al contempo “nuove vie” come ebbe a dire Schumann. Eppure il lavoro è legato a un triste momento: nel marzo del 1854 Brahms presentò il lavoro all’amica Clara Schumann, ma le preoccupazioni si indirizzarono tutte verso il suo consorte, Robert, già in preda alla follia che lo terrà prigioniero fino alla fine, due anni dopo. Sempre un triste velo adombra il Trio op. 40, per violino, corno e pianoforte. Durante la composizione Brahms dovette affrontare la morte della madre e, di fatto, un tono vagamente malinconico e nostalgico si riscontra in questa partitura che, alla prima esecuzione, non ottenne un immediato consenso. Protagonista di questi due capolavori è il Trio di Parma (con l’aggiunta del cornista Guglielmo Pellarin), pluripremiata formazione cameristica italiana, con un’intensa attività discografica, didattica e concertistica che all’attivo ha esibizioni alla Filarmonica di Berlino, alla Carnegie Hall e Lincoln Center di New York, alla Wigmore Hall di Londra, alla Konzerthaus di Vienna, per citare solo qualche luogo.

Un’altra formazione cameristica di rilievo occupa la programmazione dell’Unione Musicale: si tratta del Quartetto Adorno che,UM Quartetto Adorno a memoria, è il primo ensemble che porta il nome di un filosofo. Formatosi nel 2015, questo quartetto d’archi di giovani professionisti ha vinto il terzo premio, il premio del pubblico e il premio speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo nell’edizione 2017 del Concorso Internazionale per Quartetto d’Archi “Premio Paolo Borciani”. Il programma è ricco e variegato: si passa da un classico dei classici, il Quartetto D. 804, (Rosamunde) di Schubert, a un lavoro poco frequentato di Zemlinsky, il Quartetto n. 3, vera e propria presa di posizione contro la dodecafonia appena dogmatizzata da Schoenberg. Il programma si chiude con una pagina contemporanea: Di tumulti e d’ombre, di Silvia Colasanti, giovane compositrice, classe 1975, con un catalogo di tutto rispetto, spesso orientato al teatro. Da non perdere!

Paolo Cascio