L’Unione Musicale si mette in gioco.
A settembre riparte con 10 concerti al Conservatorio

Istituzioni iconiche del mondo musicale come il Metropolitan di New York o la San Francisco Symphony chiudono i battenti sino alla fine del 2020: è quasi tangibile il timore per potenziali recrudescenze di un virus che sta sconquassando un settore già fortemente in crisi e sono troppe le incognite che costellano uno scenario impossibile da decifrare concretamente, almeno per il momento. Il nostro plauso dovrebbe quindi andare a tutte quelle istituzioni, in Italia e all’estero, che si mettono in gioco per salvare scampoli di stagioni, seppur rimodulandole o ridimensionandole. L’Unione Musicale, dal canto suo, ha confezionato una programmazione estiva di 12 concerti, dopo mesi di silenzio a causa dell’emergenza sanitaria. E prevede un altro ciclo a settembre, in un periodo in cui normalmente la sua attività si ferma. Dieci concerti al Conservatorio di Torino – cinque serate con doppio appuntamento, alle 17:30 e alle 21 – che fungono da una sorta di preludio (da qui il titolo della rassegna, Prima di domani) del cartellone 2020-2021 vero e proprio, anch’esso ripensato, che verrà presentato prossimamente.

Sette solisti italiani, tutti di altro profilo, raccoglieranno le fila dei vari percorsi monografici che l’Unione Musicale ha costruito negli ultimi anni. Si comincia martedì 22 settembre con il filone dedicato a Ludwig van Beethoven, compositore ricorrente nel ciclo di settembre e di cui l’Unione Musicale da anni propone – insieme alle integrali – anche pagine da camera meno frequentate. Il programma raccoglie una serie di trii: una coppia di Beethoven (il Trio in si bemolle maggiore op. 11 e il Trio in mi bemolle maggiore op. 70 n. 2), il meno noto Trio n. 2 di Mauricio Kagel – che completano il progetto inaugurato nel 2019 dal Trio di Parma – più un cameo di Franz Joseph Haydn, con i suoi Trio in sol maggiore Hob. XV n. 25 e il Trio in mi bemolle maggiore Hob. XV n. 31. È un’ottima occasione per riscoprire Kagel, sovente ignorato nelle sale da concerto italiane, che nei trii, composti nel pieno della maturità, si distacca per certi aspetti dalla radicalità degli anni di Darmstadt.

Mercoledì 23 settembre, invece, il pianista veneziano Pietro De Maria propone una selezione di cinque sonate per pianoforte di Beethoven. La settimana successiva (il 28 e il 29 settembre) segna il ritorno a Torino di due giovani soliste italiane, la violinista Francesca Dego e la pianista Francesca Leonardi, che si stanno posizionando nel panorama internazionale per le mai scontate scelte di repertorio. Insieme suoneranno alcune delle dieci Sonate per violino e pianoforte di Beethoven, come l’impervia Sonata in la maggiore op. 47 (a Kreutzer), quella in la minore op. 23 e la Sonata in fa maggiore op. 24 (La Primavera).

Chiude la rassegna, mercoledì 30 settembre, un altro protagonista di classe del pianismo italiano, Andrea Lucchesini. L’artista toscano – che ha alle spalle un’importante discografia che spazia dalle trentadue Sonate di Beethoven registrate dal vivo a capolavori del Novecento come Pierrot Lunaire di Schönberg e il Concerto II Echoing curves di Berio – ha recentemente inciso due cd dal titolo Schubert. Late Piano Works. Per il ciclo settembrino dell’Unione Musicale eseguirà proprio le ultime due sonate di Schubert, la Sonata in la maggiore D. 959 e la Sonata in si bemolle maggiore D. 960. Lucchesini aggiunge così un altro tassello al progetto pluriennale dedicato alle ultime sonate di due tra i più grandi compositori dell’epoca romantica come Robert Schumann e Franz Schubert, che il pianista sta proponendo in esclusiva per l’associazione torinese e per gli Amici della Musica di Firenze.

Edoardo Pelligra