Russo, classe 1953, il violista Yuri Bashmet è considerato «senza alcun dubbio, uno dei massimi musicisti viventi» (The Times), innanzi tutto perché è stato il primo grande interprete a dare dignità di strumento solistico alla viola e poi perché, stanco di poter suonare solo repertorio per viola (in verità non molto ampio), nel 1992 ha fondato I Solisti di Mosca, ensemble unico per il suo suono coeso, preciso e raffinato, e per il suo feeling con il fondatore e direttore.
Nei 25 anni di attività I Solisti di Mosca hanno realizzato oltre 1700 concerti in oltre 50 paesi del mondo, hanno inciso cd di successo e ottenuto (dopo molte nomination) il Grammy Award 2008 per la registrazione di opere di Stravinskij e Prokof’ev.
Un solista dalla personalità (e dal suono!) di Yuri Bashmet non poteva che ispirare molti compositori a scrivere nuova musica per lui: da Alfred Schnittke a Giya Kancheli, da Sofja Gubajdulina a John Tavener fino all’italiana Silvia Colasanti, di cui verrà eseguito a Torino (il 7 marzo, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi) Preludio, Presto e Lamento composto nel 2014.
«Tutte queste opere – ha dichiarato Bashmet – sono diverse, ma hanno qualcosa in comune. Sono infatti una rappresentazione del mio sentire musicale interpretato dal compositore. Suonare musica contemporanea non ricopre per me un significato particolare rispetto ad altri tipi di musica, come la musica classica, il jazz… Per me esiste musica di qualità o musica mediocre. Si tratta di linguaggi differenti, ma il talento è talento ovunque si esprima».